martedì 8 maggio 2012

NOI C’ERAVAMO


Ho le lacrime agli occhi.

Il messaggio che Alessandro Del Piero ha inviato a tutti gli juventini veri dal suo sito ufficiale dice tutto su questo assoluto fuoriclasse, sull'uomo De Piero. 
Vi invito a leggerlo.

Dal quel 2006 anche la mia vita è cambiata. Ho avuto delusioni personalmente ben più importanti di quella prodotta da farsopoli. 
E soprattutto allora c’era mia madre,  la mia dolcissima mamma, a condividere la mia tristezza e rabbia sportiva per l’ingiustizia fatta alla Juventus ed al sentimento Juventino.
Entrambi amavamo la Juve e questo eterno ragazzo, serio ed educato, che è Alessandro Del Piero.

Ne avevamo seguito la carriera. Gli esordi stupefacenti con Lippi; il suo più bel gol, il 3-2 alla Fiorentina nel dicembre del 1994; i gol “alla del Piero”; il gol con il River Plate per l’Intercontinentale; l’ostracismo sciocco di Sacchi in nazionale nel 1996; la mancata vittoria nel Pallone d’oro nel 1996, quando a vincere fu “Sammer ! Il grave infortunio nel 1998, dopo aver fatto un mondiale con una gamba stirata. Il lento, lentissimo recupero, con tutti che lo davano per finito, aiutato dal quel grande allenatore e grande uomo che è Ancelotti (ingiustamente non amato dai tifosi Juventini più beceri).

Il suo ritorno ai livelli di fuoriclasse che gli competevano. Il ritorno di Lippi, ed il ritornare ai suoi gol, a grappoli, tutti belli, mai banali. Come quello, bellissimo, quella domenica appena dopo la scomparsa dell’Avvocato. O quello di tacco al Torino (con l'allenatore del Torino che, poverino, disse "ma non voleva mica toccare la palla; è stato un caso": si riguardi il video). Ed il continuare a segnare e ad essere un uomo di classe. Un vero capitano: “prima la Juve, poi io”. La morte del Dottore e l’arrivo di Capello, ed il suo diventare, da titolare inamovibile, il terzo dei tre attaccanti da far girare. Il suo accettare questa decisione, le sostituzioni senza alcun riguardo, in puro stile-Capello, ribaltandola sul campo, segnando gol pesantissimi e bellissimi, senza mai una polemica.
Puro stile sabaudo e Agnelliano: stile Juve.

E poi nel 2006 il “Grande Inganno”, come dice l’amico Renato La Monica.
Il suo diventare l’unico punto di riferimento, durante l’assenza della società per le incertezze sugli equilibri interni tra gli eredi dei due grandi fratelli Agnelli; durante gli anni di una dirigenza che non aveva niente dietro di sé.
L’unico che incarnava la Juve, dopo l’Avvocato e poi il Dottore, era lui; solo lui. Mentre Buffon “meditava” come Amleto se andarsene o rimanere in B, per noi tifosi, dileggiati ingiustamente da chi ci aveva sempre e solo odiato e invidiato, la Juve era diventato lui. Era rimasto solo Lui.

Il diventare capocannoniere in B. Poi la risalita in A.
E di nuovo capocannoniere in A, dieci anni dopo la prima volta; lasciando a Genova un rigore all’amico Trezeguet che pareggiava i suoi gol (questo è assoluta sportività); segnandone poi un altro arrivando così a 22; il sopportare la solenne idiozia di Ranieri che, in quella partita che non contava più nulla, lo sostituiva impedendogli (praticamente per sempre, data l'età) di superare quel suo record di gol in un campionato di A. Ed anche lì, uscendo dal campo, solo una piccola  frase rubata dal labbiale televisivo: “non puoi sostituirmi”. Anche lì, niente polemiche o gesti di stizza. Sempre la Juve ed il suo stile prima di tutto, prima di lui. Anche Ranieri, anni dopo, ammise che quella sostituzione fu una totale ed ingiusta idiozia.
Passando per il suo canto del cigno: i tre gol, tutti e tre bellissimi, uno a Torino e due a Madrid, fatti al Real in Champions nel 2008 a trentaquattro anni. L’ovazione del pubblico più intenditore del mondo, quello del Bernabeu, del Real Madrid, tutto in piedi ad applaudirlo, al quale Alessandro si inchina per ringraziare. Unico calciatore italiano ad avere avuto tale riconoscimento.

In anni di mercati acquisti fatti da chi avrebbe dovuto occuparsi di tennis e di altro, buttando via tanti soldi quanti ne sono bastati per vincere ora in due anni; tanti soldi che, se li avesse avuti a disposizione Moggi, avremmo vinto cinque Champions League.

Poi la fine della dirigenza figlia di farsopoli, sino all'arrivo di Andrea Agnelli, pur passando dagli ultimi due settimi posti, in squadre di una mediocrità atroce, eredità della lunga mancanza di una dirigenza vera, dove nemmeno lui poteva far la differenza, anche per gli anni che passavano.

E poi - finalmente – la rinascita, attraverso l’arrivo di un ex compagno di tante battaglie lippiane: Conte.
L’aver voluto chiarire via internet che lui, per il rinnovo, non voleva “tanti soldi”, sproporzionati all’età, come i media andavano dicendo, ma che invece lui, per la “sua” Juve, avrebbe anche firmato in bianco, prendendo ciò che il Presidente Andrea (da tutti noi, me compreso, richiesto di tornare a salvarci) riteneva giusto dargli. E non per metterlo con le spalle al muro, come invece - purtroppo – proprio Andrea ha forse inteso, decidendo quindi di trattarlo come oggi sta facendo.

Ed infine la sorpresa di ritrovarsi, inopinatamente, quinto attaccante, e senza che in panchina ci fossero Messi o Cristiano Ronaldo o altri fenomeni.
Trattato ormai come una vecchia gloria (da chi forse non gli ha mai perdonato di avergli tolto - per decisione di Lippi, sia chiaro -  la fascia di capitano), ma segnando però due o tre gol “fondamentali”, come l’ultimo con la Lazio: se non segnava lui, l’unico “fuoriclasse” che abbiamo in attacco, con una “invenzione”, quella partita finiva in parità, e il campionato poteva anche cambiare segno.

Per arrivare ad oggi. Alla desideratissima "trentesima" vittoria.
E a questo suo messaggio che dice tutto sull’uomo Alessandro Del Piero.

A questo messaggio mi associo totalmente. Con tutta la mia anima.
Perché il mio pensiero va soprattutto ai campioni che rimasero nel 2006 nella ingiustissima B, accettata purtroppo (per motivi - diciamo  -  “incomprensibili”) dalla proprietà "di allora" (mal consigliata da chi in allora era il traghettatore verso il post Dottor Umberto).

Caro Alessandro, nel Tuo messaggio mi ritrovo, e si ritroverebbe anche la mia dolcissima mamma che oggi mi guarda dall’alto, e che da quasi dieci mesi mi manca ogni singolo giorno enormemente. Vorrei che fosse qui anche Lei.
Festeggerebbe come me la mia, la sua, la nostra Juventus. E certamente il suo “Capitano”.
Entrambi abbiamo sempre provato molto affetto e  ammirazione per Te.
Non so perchè la commozione per il pensiero che, da quel brutto 2006, oggi mia madre non c’è si unisce alla commozione che mi suscitano le parole del Tuo messaggio, parole che rappresentano perfettamente il mio pensiero e le mie emozioni di oggi, come - ne sono certo - il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi juventini.

Ed è per tutto questo che assolutamente non capisco perchè Andrea, da me aspettato come il salvatore della patria sin dal 2006, non voglia comprendere che questi sentimenti sono condivisi dalla stragrande maggioranza dei tifosi juventini; che il 2006 ha fatto di Te un elemento di continuità con una storia centenaria volutamente spezzata da chi aveva interesse a togliere di mezzo chi (più bravo) vinceva impedendo  algli atri (meno bravi) di vincere.
Che, a parte questo (che però ha la sua importanza: il calcio è sentimento), non voglia comprendere che, proprio per quello che c’è stato nel 2006, sarebbe giusto che fossi tu a dire “mi ritiro alla fine del campionato”; che a dirlo fosse chi ha sempre detto: “Noi abbiamo vinto sul campo; il resto sono solo chiacchere”; che a dirlo fosse chi in campo a Torino, prima della partita, nel 2006, in un clima surreale, mentre tutti i media e persino chi aveva cariche istituzionali insultavano qualsiasi cosa fosse juventina, ha detto al microfono a tutti, con orgoglio: “Noi siamo e saremo sempre la Juventus”.
Che non voglia comprendere che, per tutto questo, darti questa possibilità sarebbe un altro segnale, forte, che la Juventus di suo padre, oggi la sua, è definitivamente tornata; che la frattura dolosamente provocata alla sua storia è in corso di riparazione (la totale riparazione sarà con la restituzione degli scudetti, e l'assoluzione di Moggi e Giraudo).
Proprio adesso che diviene intollerabile la campagna mediatica contro la “terza stella”.

So che ormai non vi è più speranza di un ripensamento del Presidente Andrea, e perciò non posso che dispiacermi. Molto.

Dovunque Tu giocherai, io (e non solo) Ti guarderò. Ogni tanto la televisione serve a qualcosa di buono.

Un grande abbraccio.

Nemo


mercoledì 18 aprile 2012

Andrea, pensaci.

Caro Andrea,
(perdona il “tu”, ma per noi juventini veri, dopo farsopoli tu sei “Andrea”), Ti scrivo queste (probabilmente inutili) parole per esprimerti il mio sconcerto e la mia calma, ma ferma, protesta per la decisione da Te presa circa Alessandro Del Piero.
Capisco che ogni cosa – purtroppo – ha una fine. Capisco che Alessandro non è certo più quello del 1996, né quello dei due gol al Bernabeu (quello è stato forse il suo bellissimo canto del cigno). Capisco che ai livelli della nostra serie A possa giocare 45/30 minuti. Capisco che per ogni campione giovane che arriva alla Juventus, sapere che in panchina c’è un’icona come Alex, è cosa assai pesante, oltre alla maglia che indossa. Capisco tutto, ma non  basta per essere d’accordo con un grande errore che stai facendo.
Quest’anno il nostro allenatore Conte lo ha – visibilmente – sottoutilizzato.
Se avessimo in squadra uno come Aguero (l’unico che avrebbe potuto sostituire calcisticamente Alessandro) si poteva capire. Ma con i quattro attaccanti che hai in squadra, questo sottoutilizzo non lo si può proprio capire, se non con delle “direttive” che appaiono date (anche solo tacitamente) dalla società.
Con gli attaccanti in organico, sai bene che la cosa migliore era utilizzarli per “stancare” gli avversari, permettendo poi al capitano di entrare e risolvere la partita, colmando il suo gap con la giovinezza degli avversari.
E’ l’unico fuoriclasse totale che c’è in squadra (a parte Buffon).
Nemmeno Pirlo lo può avvicinare, essendo oltretutto un ruolo totalmente diverso.
Ad ogni modo Del Piero, pur di rigiocare ancora un’ultima volta la Champions con la “sua” Juve, avrebbe accettato questo sottoutilizzo.
Voleva arrivare ai 300 gol con la Juve, e ci sarebbe arrivato quest'anno, se avesse giocato di più. Quanti pareggi fatti senza utilizzarlo ! Anche con la Lazio sarebbe finita pari se non si fosse "inventato" una punizione tipica di chi manda il pallone dove vuole lui.
Voleva arrivare a ritirarsi a 40 anni. Ma lo voleva fare con la Juventus.
Per far questo sono certo che avrebbe rifirmato “in bianco” e alle condizione da TE dettate.
Vedi Andrea, dopo che “la proprietà” (…) non difese la Juventus come avrebbe potuto e dovuto fare nel 2006, permettendo che venisse distrutta economicamente, tecnicamente e – soprattutto – che venisse colpita nella sua storia sportiva, sino a quando non sei tornato Tu (da me e da noi juventini veri invocato), la Juventus-società non è più esistita.
I dirigenti di quel periodo che spero di dimenticare al più presto, non avevano la forza per ribellarsi al dileggio che tutto l’ambiente juventino puntualmente giornalmente doveva sopportare dai media e – addirittura dalle istituzioni.
L’unico che nella società ogni tanto diceva quel che c’era da dire, che difendeva la storia della Juve del Dottor Umberto (Tuo padre) è stato solo Alessandro Del Piero.
Tutti i sostenitori juventini hanno “identificato” la Juventus nel suo capitano.
Lui ha “riempito” il vuoto intervenuto dopo farsopoli, e che poi solo Tu hai potuto colmare.
Ecco perché Del Piero è ancora più importante per gli juventini, che non Totti per i romanisti: e sto parlando dell’unica altra “bandiera” di una squadra di calcio oggi esistente.
Totti non ha vissuto – per sua fortuna – quello che Del Piero ha dovuto vivere per la “non difesa” del 2006. E che “ci si doveva difendere” lo hai pienamente visto nella relazione di Palazzi contro la quale tu adesso – giustamente e con il nostro totale sostegno morale – combatti sino a quando non ci restituiranno gli scudetti ingiustamente tolti.
Ma cosa vuoi che costi alla Tua Juventus mantenere in rosa il capitano: economicamente pochissimo.
Ma umanamente e moralmente sarebbe una cosa enorme.
Tu saresti ancora più amato da tutti i veri juventini.
Accontenteresti un campione che è sceso in B con impegno (capocannoniere) rischiando i calcioni della serie cadetta; e poi è ritornato in A (di nuovo capocannoniere).
Sempre vivendo con lo stile assolutamente Juventino: mai una parola fuori posto; mai una polemica; bonipertiano sempre; “agnelliano” sempre e sino al midollo.
I tempi sono cambiati e probabilmente non si troverà mai più un calciatore di questo “stile di vita”, così juventino e agnelliano.
Il segno di continuità con la Juve vincente di Tuo padre 1994-2006 (come solo quella di Carcano 1930-1935 e quella di Boniperti 1970-1985 sono state) che la conferma di Del Piero darebbe non ha prezzo. La tua presidenza ne guadagnerebbe molto dal punto di vista storico.  
Ed economicamente costerebbe poco (come è giusto che sia) rispetto al conto totale.
Io (credo esprimendo il sentimento della maggioranza degli juventini “tuoi” tifosi) ti chiedo di stupire tutti regalando al popolo juventino un altro anno con Del Piero.
Non posso che sperare che Tu possa accogliere questo desiderio, sapendo che Del Piero lo accoglierebbe con tutte le rinunce e con tutto il buon senso e con tutto il suo attaccamento alla Juve che ha sempre dimostrato di avere. Penso accetterebbe anche un contratto a gettone presenza.
Caro Andrea, sii superiore alle tante cose “piccole” che possono essere attorno a questa vicenda: ti preghiamo tutti, fallo restare alla Juve almeno ancora un anno.
Fai si che il suo addio al calcio corrisponda a quello alla Juventus.
Regalaci questo.
Ti prego Presidente, pensaci.

Nemo, juventino e tuo sostenitore.