giovedì 23 aprile 2009

JUVINTER

Siamo diventati come l’Inter di prima della Grande Commedia del 2006: siamo la JUVINTER. Quella che alla fine puntava alla Coppa del Nonno, e – regolarmente – la perdeva.
Complimenti ai primi responsabili di tutto questo: gli attuali proprietari "di riferimento". Complimenti per essersi auto sodomizzati nella maniera più seria e comica allo stesso tempo che si sia mai vista. Il tutto – ovviamente – per il solito motivo: potere.
Per questo però sono passati sopra quello che in realtà sono ancora oggi (anzi oggi più ancora di prima) le società calcistiche: delle associazioni che riuniscono idealità e passioni di gruppi di persone. Ed è su queste idealità e passioni che questi personaggi hanno passeggiato con le scarpe da golf (che hanno più tacchetti di quelle da calcio).
Ma come si può pretendere di essere anche solo credibili (Signori novelli proprietari “di riferimento”) quando si chiamano a dirigere “la più importante squadra di calcio italiana” persone che nulla hanno mai avuto a che fare con il calcio (Blanc e Cobolli), o che fino a ieri erano giovani apprendisti dallo zio Luciano ?
Più che mai apprezzo il nostro caro Deschamp, che come guascone (come era D’Artagnan) gli ha sbattuto la porta in faccia. E non per il rifiuto dei rinforzi richiesti (come invece dice il quotidiano marrone), ma perché, quando disse candidamente in un’intervista tv che “non aveva capito perché la società non aveva fatto ricorso al Tar come invece aveva detto” (dato che “il ricorso è un dovere”, come dice “oggi” il Signor Cobolli), in quel preciso momento si era reso conto che la società Juventus non c’era più. S’era “liquefatta” (per dirla con Buffon). E lui (abituato alla “vera” Juventus del Dottore e dei Suoi uomini: Giraudo, Moggi e Bettega) in quella copia falsa e sbiadita di Juve non aveva intenzione di starci un minuto di più. E per questo ha mandato a quel paese anche i soldi dell’ingaggio.
Grande guascone. Grande Deschamp. Grande (vero) Juventino. Come lo ammiro !

Nemo

mercoledì 22 aprile 2009

SENSO DI VOMITO

Copio e incollo, dalle parole del Signor Cobolli-Gigli:
"La sentenza è un dovere - ha spiegato Cobolli Gigli -, ma il ricorso è un diritto. Rinunciare al ricorso sarebbe sbagliato, perché qualsiasi società deve far valere i suoi diritti, non per avere zero sentenze ma per averne una che riteniamo più equa rispetto alle nostre colpe e più coerente con i giudizi del passato. Lo facciamo con molta tranquillità".

Come mai lo stesso principio non è stato applicato tre anni fa per il ricorso al TAR contro la sentenza che ha “liquefatto” (per dirla come Buffon) la Juventus ?
Complimenti. Veramente, complimenti.
Ma un pò di pudore, proprio mai ?

Senza parole.
Solo un gran senso di vomito.

Nemo

lunedì 20 aprile 2009

L'INDIGNAZIONE DI MORATTI E DEGLI ONESTI

Sinceramente trovo i cori razzisti beceri, stupidi ed ignoranti.
Detto questo, al giorno d’oggi il coro anti negro, è equivalente a quello anti terrone, oppure a quello anti cinese e via discorrendo. Mi sembra che l’offesa razzista stia diventando “una delle offese”; che – cioè – si stia “sganciando” dalla sostanza razziale della stessa.
Prevale il desiderio di “colpire” il destinatario dell’offesa, come se avesse una gamba più corta, o se fosse esageratamente alto o basso (quanti “nano” avranno dato a Giovinco?).
Ciò non toglie che qualsiasi offesa è – come detto – becera, stupida ed ignorante.
Ma purtroppo gli stadi di calcio contengono (anche) il peggio della società attuale, nella quale queste cose sono all’ordine del giorno. Il problema è educativo generale, non solo calcistico, e tanto meno solo juventino.
Punto.
Per quanto riguarda l’indignazione interista occorre dire alcune cosette.
Come mai questa indignazione non ha trovato eguale nell’affair-passaporto falso di Recoba ?
Certamente è più grave il coro scemo che il motorino buttato di sotto a S.Siro !?
Miei cari onesti: chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Poi il Pres.Cobolli ha detto quello che doveva dire. Moratti voleva ritirare la squadra: fatti suoi; avrebbe perso a tavolino. È l’arbitro che – se ritiene - può interrompere la partita.
Paolucci chiede la vittoria a tavolino per 3-0: mi pare normale. Gli onesti ormai si sono abituati con la Juve a vincere a tavolino: una volta in più o una in meno … .
Quanto al Balotelli, il Presidente dell’Inter farebbe meglio a rendersi conto di quanto irritante sia il comportamento di un ragazzo (qualsiasi colore abbia: sia chiaro!) di diciannove anni che dà i calcetti da dietro a colleghi che già giocavano quando lui era in fasce. Che protesta con l’arbitro mandandolo a quel paese e meritando lui il rosso. Tutta questa difesa per un ragazzo novello milionario mi pare francamente un pò esagerata e risibile. Mi credano gli onesti: al Balotelli (giustamente) di sti’ cori scemi non gliene può fregare di meno.
Per finire: miei cari onesti, Ulisse prima o poi tornerà. Almeno io e gli altri Telemaco-Juventini, ci speriamo tanto. Nel frattempo giù le mani da Penelope-Juventus.

Nemo

martedì 14 aprile 2009

"RIDATECI LA GRANDE JUVE !" (Tuttosport)

“Ridateci la grande Juve”, titola oggi il quotidiano marrone.
E bravo: ora lo dici !
Ma sbagli titolo. Dovresti dire: “Ridateci l’onore, la dirigenza e i titoli”.
L’onore.
Quello che è stato “rubato” alla Juve. Ed insieme a quello le è stata portata via l’anima, l’orgoglio (quello che tramutava in “piacere” gli insulti della metà italia antijuventina) e quello che i giocatori juventini “sentivano”: il senso di appartenenza ad una leggenda invitta, e che – al contrario – era il dodicesimo giocatore in campo a Torino, mettendo paura a tutte le squadre ospiti: in particolare agli onesti di Milano (vedi le dichiarazioni del “sincero” Camoranesi).
La dirigenza.
Quella che non ha più la Juve.
Un Direttore Generale che “sappia” di calcio più degli altri come Luciano Moggi (e che, come “stalliere del re, conosca i ladri di cavalli”, per difendere i purosangue della casa); i cui acquisti di mercato sono ancora oggi la base per le (poche) vittorie della prima squadra; che ha “inventato e sviluppato” il settore giovanile migliore d’Italia (quando la Juve mai l’aveva avuto !).
Un amministratore che amministri (bene) e basta ! Con la sapienza del Dottor Umberto. Come era il Dottor Giraudo, le cui intuizioni amministrative sono ancora oggi patrimonio della Juventus: stadio di proprietà e Vinovo.
E che aveva portato ad un contratto di sponsorizzazione record con la Tamoil (“buttato” insieme al resto nel harakiri del 2006).
I titoli.
Gli scudetti del 2005 e del 2006.
Vinti sul campo dalla più forte Juventus forse di tutti i tempi, certamente a livello (tenendo conto delle differenze dei tempi ) di quella del quinquennio 30-35 di Carcano, di quella dei 15 anni di Trapattoni (senza e con Platini).
Vinti da giocatori che erano “tutti” presenti nella finale del campionato mondiale per nazioni del 2006.
Mondiale vinto dalla nazionale italiana “basata” sul blocco Juventus, come sempre è stato quando la nazionale ha vinto i mondiali: 1934, 1938, 1982, 2006: ci sarà un perché, o no ?
Anche questo dato storico è stato “sporcato” dall’assurda vicenda popolar-mediatica dell’estate 2006. Una “vicenda dove la regole della giustizia sono state le grandi assenti.
Vicenda “pensata” dalla dirigenza dell’Inter. Vicenda “aiutata e sostenuta” dal giornale rosa interista, dalle televisioni Rai/romaniste, e da quelle vicine alla suddetta dirigenza (La 7).
Ma – incredibile ma purtroppo vero – “portata al risultato” dalla stessa vittima, che ha “volutamente” fatto entrare nelle mura il cavallo, “sapendo” cosa c’era dentro, solo per la più solita e scontata delle guerre di successione che avvengono nelle grandi famiglie, ma con una differenza: in genere non si arriva mai all’autolesionismo a cui si è arrivati. In questo caso si è preferito accogliere nelle mura il nemico esterno, per sbarazzarsi del nemico interno. In puro stile medievale italiano: franza o spagna purchè se magna.

Si potrà riavere tutto quanto sopra ?
Certamente la verità legale – prima o dopo – verrà fuori. E vedremo anche come si pronuncerà la Giustizia Europea azionata dalle associazioni di piccoli azionisti Juventus Spa.
Già comunque comincia ad esserci qualche risultato “italiano” (vedi esclusione della società Juventus dal processo di Napoli contro Moggi).
Già questo fatto legittimerebbe la Juventus a richiedere la restituzione di quanto sopra e – soprattutto – del proprio onore sportivo.
Se non si “pulirà” il soffitto dalla sporcizia di cui sopra, non si potrà “riavere la grande Juve”.

Faccio un appello al (vero) ramo rimasto della famiglia Agnelli: Signora Allegra, Andrea, Vi prego, intervenite, riprendetevi la Juve ! Il Dottor Umberto (e anche l’Avvocato) non avrebbe mai permesso tutto quello che è successo, e che – con Lui vivente- non sarebbe MAI successo: questo lo sapete benissimo. Il “come” lo lasciamo stabilire a Voi, dato che ciò appartiene a logiche familiari di alta finanza che volano molto più in alto di noi e che (giustamente) sono note solo a Voi. Tutti i sostenitori juventini sarebbero con Voi.
In fin dei conti non converrebbe che 14 milioni di possibili acquirenti di auto Fiat, sostenendo Voi, se la dovessero “prendere” proprio con la Fiat.

Non ne possiamo più di questa dirigenza, di questa squadra, … di questa NON-JUVE.

Nemo

lunedì 6 aprile 2009

LA JUVENTUS NON C'E': DOV'E' ?

Dunque è venuto ancora fuori il vero obbiettivo stagionale della Juve. Il tecnico Ranieri l'ha detto chiaramente: lo scudetto "dovevano" vincerli l'Inter o il Milan (!). Dall'altra parte poi c'è l'ineffabile "Cobolli-Gigli". Ma insomma, qual'era il vero obbiettivo della società ? Quello che ho sempre detto, cioè "zona champions", per avere i soldi Uefa. Camoranesi l'ha detto chiaro: "Non è più la Juve". Ed è semplicemente, veramente, tristemente proprio così. Questa è una squadra infarcita di mezze figure, parametri zero e bidoni strapagati. Mi sembra l'Inter (senza Ibraimovic), con Vampeta al posto del Tiago di turno ! ! ! Quando manca (come ogni tanto avviene ed avverrà sempre di più) manca "L'UNICO FUORICLASSE" di questa squadra, cioè il capitano, la Juve è una squadretta, come la Roma (che però gioca meglio, avendo un buon tecnico). Il Milan è vecchio, ma ha tutta gente che da del tu al pallone. La Juve non costrusce gioco: neanche un po'. E' questa è colpa di Ranieri, che non ha voluto un regista, un centromediano, chiamatelo come cavolo volete. Uno che facesse quello che faceva Paolo Sousa o Deschaps, o Emerson. Chiariamo una volta per tutte qual'è la verità: nel 2006 è finita la Juventus degli Agnelli. Se non si capisce questo, non si è capito nulla. Il resto serve a prendere in giro i tanti juventini che continuano a sognare. L'unica speranza è che l'attuale proprietà, o venda ad un magnate; oppure passi la palla (è proprio il caso di dirlo) al ramo "cadetto, cioè ad Andrea Agnelli. In fin dei conti anche ai Savoia capitò così: ad un certo punto i Savoia furono sostituiti dai Savoia- Carignano (Carlo Alberto).

Nemo