sabato 18 maggio 2024

Cari amici juventiniveri, l'ultima volta che ho scritto un post su questo "mio" blog avevo dodici anni in meno. Sono tanti. Quando scrivevo speravo due cose. Una si è avverata, l'altra purtroppo no; o meglio "non come si sarebbe dovuta avverare". La prima era che Andrea Agnelli venisse a salvare la nostra cara Juve: e questo si è avverato. La seconda è che Moggi e Giraudo fossero assolti dalla giustizia ordinaria con formula piena e dunque poi vi fosse la revoca della sentenza/non sentenza della FIGC del 2006 su Farsopoli, soprattutto dopo la relazione del Procuratore Palazzi, che ha rivelato (purtroppo "volutamente" in ritardo prescrizionale) le malefatte della squadra Prescritta di Milano. E questo, con mio enorme dispiacere non si è avverato; o almeno non completamente, in quanto si avuta la classica vicenda "all'italiana". A Napoli le giudici litigano tra loro: le due a latere litigano con la Presidente Casoria e nel giudizio disciplinate al CSM "citano" come loro testimoni "a favore" i due PM !!! Purtroppo era evidente che la Presidente che era assolutamente convinta della farsa di quel processo è stata messa in minoranza della due giudici sue nemiche che invece hanno dato ragione ai loro "testimoni". Anche queste cose succedono in questo nostro povero Paese. L'ottimo collega Avv. Prioreschi purtroppo non scelse di chiedere la ricusazione del Collegio giudicante: e fece male. Così si arrivò ad una sentenza di primo grado di condanna che non stava né in cielo, né in terra. Poi - come molto spesso sempre avviene - in secondo grado non hanno avuto il coraggio di rivoltare una sentenza assurda, ma l'hanno solo "ammorbidita". E questo è proseguito in Cassazione, dove hanno reso al minimo tutto il dictat assurdo della sentenza di primo grado: reato di tentata associazione (non riuscita) a scopo di condizionare il campionato (non condizionato); tentativo "associativo" fatto "da solo", senza altri "tentati associati". Insomma il solito pastrocchio made in Italy. Seguito dalla farsa della Figc, non tanto per non aver revocato una sentenza assurda in rapporto alle risultanze della giustizia ordinaria, ma anche dopo la Relazione Palazzi, ma almeno per non aver avuto la decenza di revocare l'assegnazione (regalo dell'ex dirigente Inter, Rossi, divenuto Commissario straordinario Figc durante il processo ...!)  di uno scudetto relativo ad una stagione non sub iudice che fu revocato alla Juve "solo per ulteriore punizione": non ha avuto il coraggio di decidere: nessuno era competente a decidere. Padre Dante li definiva: ignavi. Io li definisco in altro modo.

Bene con quanto sopra chiudo definitivamente con la speranza di una giustizia su Farsopoli che non arriverà mai. Anche perché ora Elkhan (ritornato al comando) ha spazzato via le residue speranze coltivate da Andrea.

Dopo l'avvento di Andrea, lasciato andare alla Juve "solo" perché i "non Agnelli" ritenevano che non avrebbe avuto successo che invece è arrivato "alla grandissima", abbiamo vissuto dal 2011 al 2018 anni indimenticabili in cui la Juve - pur se quella più forte di sempre credo si stata quella di Moggi e Giraudo - è stata in Italia la dittatrice totale e indiscussa. Nelle partite pensavamo solo con che punteggio avremmo vinto, stupendoci e deludendoci di un pareggio. Dopo Andrea ha avuto un periodo "buio". Non so il perché. MA ha iniziato a prendere decisioni sbagliate. Forse è caduto nella "sindrome del capo", quelle che colpisce tutti i capi che ad un certo punto credono - veramente - di essere infallibili, perdono il contatto con la realtà e cominciano ad essere infastiditi dai collaboratori - che loro stessi hanno scelto, che li hanno fatti vincere e che sono i più fidati - che non condividono le loro idee. Questo è avvenuto con l'Affare Ronaldo e l'allontanamento di Marotta. Evidentemente non è stato ben consigliato, come non lo fu nella gestione del non-rinnovo/allontanamento di Del Piero, nel quale vide (non so perché) un ombra al suo premierato. Insomma un'operazione economicamente scellerata. Ed altrettanto sportivamente: anche io, come tutti, ero estasiato nel vedere uno dei due più forti calciatori in attività venire alla Juve, ma capivo che non sarebbe stato sufficiente a pareggiare il Real Madrid. Diciamolo, il pensiero fu questo: abbiamo vinto al Bernabeu con il Real Madrid e saremmo andati ai supplementari senza un rigore che un altro arbitro fuori da quello stadio a trena secondi dai tempi supplementari non avrebbe mai dato (anche se poteva essere dato, come no); se Ronaldo fosse stato dalla nostra parte avremmo passato noi in turno; e visto il passato avremmo vinto noi questa benedetta Coppa. Il ragionamento è semplice, ma come tutti i ragionamento semplici è scorretto. Il Real Marid aveva molti grandi campioni in squadra (potendoli pagare) che supportavano il diamante Ronaldo. La Juve NON aveva tutti questi grandi campioni ai quali "mancava" solo il diamante Ronaldo per vincere. Ed infatti non è bastato. Ed è rimasta la insostenibilità economica di un affare "sbagliato". Pagare un assoluto campione di trentatré anni 117 milioni al Real e poi pagarlo trentuno milioni netti a stagione per tre anni è una follia assoluta. Si sarebbe potuto capire se fosse stato preso "a parametro zero". MA così no. E Marotta l'aveva lucidamente capito. L'ha detto, ma Andrea non ha voluto ascoltarlo, dando retta a Paratici che - da bravo Giuda di Marotta - pensava di aver fatto il colpo della vita. Caro Andrea sei stato Pinocchio nel paese dei balocchi. Perez ti ha abilmente fregato facendosi anche ringraziare ! Poi il covid ci si è messo per rendere perfetto il suicidio economico. Da lì in poi tutte decisioni sbagliate. Sino alla fine. Perché Andrea. Perché.

Dietro a tutto questo mi chiedo: per quale motivo Elkhan, capo della Exor e quindi colui che avallava le spese, ti ha lasciato fare ? Perché non ti ha detto di no ? Perché ha lasciato fare le plusvalenze (che ritengo oggettivamente non illecite, ma senza dubbio una furbata di bilancio scorretta) ? Perché ti ha lasciato entrare - senza nessun paracadute - nella vicenda Superlega ? Vicenda economicamente giusta, ma pericolosissima perché andava a cozzare contro i poteri che attualmente comandano il mondo del calcio ? E senza essere il Real Madrid che - diciamocelo - per la sua storia "è" il calcio: tutti noi, al di là della nostra squadra del cuore, un poco siamo madridisti; nessuna istituzione può far fuori il Real Madrid. La Juventus non è "questo".         

Visto il pregresso dopo la morte del Dottor Umberto, sono certo che non può esserci vero affetto tra Elkhan e Andrea Agnelli. C'è solo "parentela". Alla fine diciamo che Andrea è il nipote ex fratre del monarca l'Avvocato Gianni, mentre John è il nipote ex filia. Andrea è colui che - per il nome che porta - faceva e fa ancora "ombra" al nuovo monarca. E' fuori di dubbio che la famiglia Agnelli, per la patriarcalità successoria che ha contraddistinto da sempre la storia della famiglia imprenditoriale più prestigiosa ed importante d'Italia (e che - per l'invidia di tutte le altre famiglie imprenditoriali e di quelle nobili - ha "sostituito" la famiglia regnante dei Savoia nell'immaginario collettivo italiano), prosegue con Andrea e suo figlio maschio. Non con John Elkan. E dunque oggi gli Agnelli non hanno più la maggioranza di potere economico e quindi "azionario" nella cosiddetta "Famiglia Agnelli".

La Juve è per i non Agnelli (i Nasi ed i Rattazzi) un peso mal sopportato, visto che oggi una squadra di calcio non è più un giocattolo "abbastanza costoso" che però dà lustro e "immagine di potere", ma è divenuto un'impresa commerciale "enormemente costosa" che però - anche continuando a dare "immagine di potere" - non dà mai, non dico un ritorno di utile, ma nemmeno un pareggio di bilancio.

Elkhan l'avrebbe già ceduta se non fosse che forse ancora non ha il coraggio di fare un passo che suo nonno, l'Avvocato, non avrebbe mai fatto e dunque rendere impossibile ciò che - credo - lui voglia a tutti i costi: sostituire nell'immaginario collettivo quel che era suo zio: l'Avvocato Gianni. Almeno in parte, data l'impossibilità di sostituire un personaggio ed un uomo di una specie e di una generazione oggi assolutamente perduta.

E siamo arrivati ad oggi. 

Il bravo Moncalvo ritiene che alla fine "plusvalenzopoli" sia una riedizione di Farsopoli; meno grave in quanto non vi sono gli elementi esterni (milanesi e romani ...) che oggettivamente si unirono - come in una tempesta perfetta - con la lotta di successione interna e che colpì la Juventus per colpire gli "umbertiani" Moggi e Giraudo, che non erano giovani e sprovveduti come allora era Andrea, ma erano "i capitani militari di lungo corso di Umberto".

Ora, dopo aver lasciato solo Allegri nella tempesta, hanno colto la palla la balzo della sua (prevedibile) esplosione per cacciarlo, con la speranza di poter risparmiare qualcosa sul dovuto per l'ultimo anno di contratto, e così finalmente azzerare l'era di Andrea Agnelli ed iniziare quella di John Elkan, che non vuole vi siano più elementi di congiunzione con la precedente gestione del cugino.

Due parole sulla vicenda Allegri. Max non è un allenatore "che costruisce". E' un allenatore che "mantiene ed allunga". Non è un Sacchi o un Conte. E' un Capello o un Ancelotti (il quale, quando è stato in un contesto senza campioni non ha vinto, ma soprattutto "non ha costruito": vedi Napoli). Ognuno ha le sue caratteristiche. I primi costruiscono, ma dopo un po' i giocatori (che a questo livello sono "prime donne") non li sopportano più. I secondo invece "collaborano" con i campioni, li sanno gestire, trasformano i più forti  carismatici nei loro "fedelissimi" nello spogliatoio. Allegri (e Marotta lo sapeva nel 2014) era così. Era l'allenatore giusto per "allungare" la vita della squadra costruita da Conte. E così fu. 

Quando - come inevitabilmente avviene - anche la squadra "costruita" da Conte e "mantenuta" da lui sono finite "per età" dei protagonisti, e mentre era "in corso" l'errore-Ronaldo, Andrea continua a farsi consigliare da chi non ha mai avuto i numero per fare il mestiere di Marotta, cioè Paratici. Questo era uno che sapeva trovare il tipo di giocatore che Marotta, che era quello che "decideva" di chi si avesse bisogno, gli indicava. Ma non è mai stato il suo mestiere quello di capire "quale tipo di giocatore" occorresse per un certo tipo di squadra e di allenatore. Paratici (con Nedved - grande giocatore e stop: non si è mai capito cosa facesse alla Juve oltre a correre alla Mandria con Andrea) lo consiglia di prendere Sarri. Un soggetto che nulla c'entrava con il mondo Juve e soprattutto con quel che rimaneva di dieci anni di squadra Conte-Allegri. Si è vinto solo perché Sarri (intelligentemente) si è "desarrizzato" ed ha preferito vincere, che perdere, sfruttando quel che rimaneva e Ronaldo: quell'anno la squadra non fu né carne, né pesce. Ovviamente finisce con una separazione "quasi" consensuale, che costa soldi alle casse juventine. Cosa ti combina allora Andrea ? In una botta di finale presunzione ante crollo del trono, come nelle migliori tragedie, "non" consigliato dai suoi "non" consiglieri, dà la squadra in mano a Pirlo che non aveva mai allenato nemmeno nemmeno la squadra degli scapoli contro gli ammogliati; una squadra i cui giocatori egli - fresco di fine carriera - ancora considera "colleghi" e che in tal modo ancora vedono lui; figuriamoci come lo vedeva Ronaldo, campione di egocentrismo".

Ovviamente giochiamo in modo incomprensibile. Con Ronaldo e solo in Italia si vince la supercoppa italiana e la coppetta Italia e (grazie ad un gol che solo Ronaldo poteva fare ed al suicidio del Napoli) arriviamo quarti ed entriamo in champions.    

Alla fine della stagione Pirlo viene licenziato (rischiando di rovinargli la carriera) e che ti fa il nostro Andrea ? Ancora di testa sua (forse per fare il contrario di quello che i suoi "non" consiglieri Paratici e Nedved gli avevano consigliato nei due anni precedenti), per ricostruire con un nuovo ciclo post Ronaldo chi ti chiama ? Allegri. L'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Ed oltretutto con un contratto assurdo: quattro anni ad una somma altissima. Senza nessuna clausola di uscita di emergenza. Andrea, ma perché ?

Nel frattempo la Procura di Torino - senza che nessuno della "Famiglia" muovesse alcun dito per parare i colpi - inizia il valzer. 

Elkan, prima fa arrivare Arrivabene (che dove va non è che faccia come Giulio Cesare ... vedi la Ferrari), che poi si dimetterà insieme a tutto il C. di A., gli mette in Consiglio delle Signore che sono suoi elementi di fiducia che poi metteranno in minoranza Andrea, non volendo firmare il bilancio. Ed il gioco è fatto: il mito di Andrea è finalmente abbattuto. Ed infatti molto tifosi juventini ora lo considerano il colpevole della caduta dell'impero.

Ed eccoci ad oggi. Alla cacciata di Allegri. Con la "scusa" della sua "sceneggiata" di Roma. Perché gli allenatori che arrivano quasi alle mani in Inghilterra allora vengono cacciati ? Ma per favore !

L'anno scorso, dopo che la dirigenza che lo aveva ingaggiato è totalmente sostituita da gente "non di calcio, ma di conti", in piena tempesta giudiziaria, viene lasciato solo; anzi viene detto che lui è l'unico comandante in campo dell'area tecnica. E qui Allegri ci crede ! D'altronde è il suo sogno: essere un manager totale all'inglese; poter costruire lui la sua squadra facendo prendere i giocatori che lui vuole. Ma non ci sono i soldi per prendere i giocatori che vanno bene per lui. Lui ha bisogni di giocatori campioni, pronti a vincere e che lui sa gestire. Come fa Ancelotti al Real. Questo non avviene. La squadra continua a giocare come lui sa fare con giocatori "normali": difesa e contropiede. Il "corto muso". Insomma: male.

All'inizio di quest'ultimo campionato invece ingaggiano Giuntoli. Elkan vuole il "suo" Marotta". E allora Allegri che ne fa del suo sogno di fare il Ferguson ? Egli si sente "tradito" dalla società, che invece si era aggrappata a lui durante la tempesta delle penalizzazioni che andavano e venivano. Durante la quale in effetti lui aveva svolto con assoluta dedizione il ruolo del parafulmine, senza mai che in società "nessuno" si facesse sentire, anche per tutte le ripetute e palesi ingiustizie arbitrali che - guarda caso - arrivano alla Juve "colpevole" di aver fatto parte e di far parte ancora del progetto eversivo Superlega e di esser ancora in giudizio al Consiglio di Stato per il lontano e "fastidioso" per la Figc scandalo di Farsopoli. 

A quel punto Giuntoli, da un lato gli conferma la fiducia, mentre dall'altra - sotto traccia - sonda altri allenatori, perché sa benissimo che per ricostruire occorre un allenatore diverso da Allegri.

Ed è questo ciò che rovina i rapporti, già faticosamente nati, con Allegri: gli avrebbe dovuto dire subito chiaramente la sua intenzione di cambiare la guida tecnica. Ma c'era il problema dell'ultimo anno di contratto. Ed allora ha preferito non dire nulla. Vedere se, dopo la fine della stagione, ci si poteva mettere d'accordo per una buona uscita, oppure - data la somma dovuta - continuare obtorto collo. In tal caso ovviamente non sarebbe stato saggio passare un altro anno con un allenatore al quale si è detto che sarebbe stato cambiato.

Ecco, questa è la "falsità" che Allegri imputa a Giuntoli e che è stata "espressa" con la mano "via, via dalla festa !" durante i festeggiamenti dei giocatori per la vittoria di Coppa Italia.

Allegri ha avuto il "coraggio" di protestare (con la società sempre prona e in silenzio, come nel 2006 !) contro l'ennesimo arbitraggio scandaloso contro la Juve: rigore "totale" non dato e fuorigioco "millimetrico" che ha annullato il gol che "chiudeva" la partita, oltre ad altre decisioni sempre anti juventine. E sinceramente non se ne è potuto più.

Purtroppo non ha saputo "frenare" il suo - giustificato - malumore verso la (spiegabile, come detto sopra) doppiezza verso di lui di Giuntoli: avrebbe dovuto esprimergliela in privato.

Ed anche verso il direttore di Tuttosport Vaciago ha esagerato: Tuttosport è "l'organo della Juventus FC", che doveva fare ? Infatti dopo si è scusato e Vaciago - che "sa" di essere direttore di un "organo Juventus" (come il giornale rosa lo è dell'Inter) - ha accettato le scuse.

Ciononostante, non riesco a condannare Allegri. Egli rimane un grande allenatore "per squadre pronte e piene di campioni". Non da costruire. E rimarrà nella storia della Juventus. Se fosse stato più falso e non avesse subito due anni di pressione pazzesca, con alla spalle una dirigenza che viene fatta fuori, rimanendo solo al vento, probabilmente tutto sarebbe finito alla fine della stagione  in modo meno cruente, ma non indolore: ci sarebbe stato una trattativa venale per cercare di non dargli quello che contrattualmente gli era dovuto.

Ora si ricomincerà probabilmente con Thiago Motta di cui tutti dicono molto bene. Speriamo. E speriamo che sia un allenatore "che costruisce", come lo fu Conte.

Ma questo modo, subdolo e brutto, di finire le cose è molto simile - anche se molto meno "profondo" perché meno profonde ne sono le motivazioni - al modo in cui si volle chiudere l'epoca di Umberto Agnelli.     

Io credo che il tempo del binomio Agnelli-Juventus possa continuare "solo" se il ramo Umbertiano (Donna Allegra e Andrea) "acquisteranno" la Juventus. Insomma solo se si realizzerà quel progetto che Giraudo aveva in mente e per il quale la Juventus non venne difesa dalla manovra architettata da Milano e Roma, lasciandola colpire, mentre invece, se difesa normalmente, non sarebbe successo nulla. Il progetto di rendere totalmente "umbertiana" la Juventus, come il fratello Gianni aveva detto al fratello Umberto nel 1993, per compensarlo della grande delusione datagli, quando Cuccia costrinse l'Avvocato a mettere a capo della Fiat Romiti e non lui, per salvare la Fiat automobili, quella industria che per l'Avvocato rappresentava la suprema "ragion d'essere", il suo "stato". Un progetto che sarebbe riuscito con l'aiuto di soldi di altri: Berlusconi ? Ma la Juventus, come tutte le squadre di calcio a risonanza mondiale, rappresentano un veicolo di "presenza" mediatica di potere irrinunciabile per chi deve diventare il capo di una famiglia che è ormai una holding di potere sovranazionale. Questo, e solo questo fu il motivo per cui la Juventus, fu lasciata offendere da un scandalo basato sul nulla.

E penso che anche stavolta "plusvalenzopoli" sia stata fatta nascere e crescere per rimettere nel nulla Andrea. L'ultimo Agnelli.

Potrà Andrea tornare alla Juventus ? Io spero di si, anche se dovrà imparare dai suoi errori passati, smettendola di affidarsi ai suoi inglesismi inutili e circondarsi di persone che lo sappiano consigliare "bene". Ecco, i grandi capi devono soprattutto avere due pregi: quello di sapersi attorniare di consiglieri altrettanto "grandi"; e quello di non immedesimarsi nella loro immagine pubblica di vincenti così da mandar via i consiglieri che li hanno aiutati a diventare grandi, rimanendo con i piedi per terra. Quel che non ha fatto Andrea, mandando via Marotta. Umberto (come Gianni) non avevano questo difetto. 

Ma se tornerà spero possa acquistare la Juventus dalla Exor: tutto il resto dei rami della Famiglia non vedono l'ora di vendere la Juve, che per loro significa solo una spesa che "limita" i loro dividendi. In fin dei conti sono solo dei fortunati che sono nati in una famiglia che (per merito dei nonni Agnelli) gli permettere di vivere di rendita (e che rendita) come i vecchi nobili, solo che qui il reddito non è "per grazia di Dio" come quello nobiliare, ma è "imprenditoriale" e dunque (in teoria) può anche venir meno. Dunque va salvaguardato eliminando le spese non produttive. 

Per acquistarla avrà bisogno di condividere l'acquisto con un fondo di investimento. Per esempio LAFICO (del figlio di Gheddafi, ingiustamente ucciso dagli USA) potrebbe farlo. Forse anche altri La cordata forse potrebbe essere da lui costruita. L'unico punto però è se riuscirà ad avere il 51%. Se ciò potrà essere fatto allora il binomio (vero) Agnelli-Juventus continuerà. Altrimenti non so cosa potrà succedere nel futuro. Credo che l'Avvocato ed il Dottore si stiano "rivoltando" a Villar Perosa. 

Il post è lunghissimo. Ma erano anche dodici anni che non scrivevo più nulla. Se qualcuno lo leggerà, lo saluto juventinamente. 


martedì 8 maggio 2012

NOI C’ERAVAMO


Ho le lacrime agli occhi.

Il messaggio che Alessandro Del Piero ha inviato a tutti gli juventini veri dal suo sito ufficiale dice tutto su questo assoluto fuoriclasse, sull'uomo De Piero. 
Vi invito a leggerlo.

Dal quel 2006 anche la mia vita è cambiata. Ho avuto delusioni personalmente ben più importanti di quella prodotta da farsopoli. 
E soprattutto allora c’era mia madre,  la mia dolcissima mamma, a condividere la mia tristezza e rabbia sportiva per l’ingiustizia fatta alla Juventus ed al sentimento Juventino.
Entrambi amavamo la Juve e questo eterno ragazzo, serio ed educato, che è Alessandro Del Piero.

Ne avevamo seguito la carriera. Gli esordi stupefacenti con Lippi; il suo più bel gol, il 3-2 alla Fiorentina nel dicembre del 1994; i gol “alla del Piero”; il gol con il River Plate per l’Intercontinentale; l’ostracismo sciocco di Sacchi in nazionale nel 1996; la mancata vittoria nel Pallone d’oro nel 1996, quando a vincere fu “Sammer ! Il grave infortunio nel 1998, dopo aver fatto un mondiale con una gamba stirata. Il lento, lentissimo recupero, con tutti che lo davano per finito, aiutato dal quel grande allenatore e grande uomo che è Ancelotti (ingiustamente non amato dai tifosi Juventini più beceri).

Il suo ritorno ai livelli di fuoriclasse che gli competevano. Il ritorno di Lippi, ed il ritornare ai suoi gol, a grappoli, tutti belli, mai banali. Come quello, bellissimo, quella domenica appena dopo la scomparsa dell’Avvocato. O quello di tacco al Torino (con l'allenatore del Torino che, poverino, disse "ma non voleva mica toccare la palla; è stato un caso": si riguardi il video). Ed il continuare a segnare e ad essere un uomo di classe. Un vero capitano: “prima la Juve, poi io”. La morte del Dottore e l’arrivo di Capello, ed il suo diventare, da titolare inamovibile, il terzo dei tre attaccanti da far girare. Il suo accettare questa decisione, le sostituzioni senza alcun riguardo, in puro stile-Capello, ribaltandola sul campo, segnando gol pesantissimi e bellissimi, senza mai una polemica.
Puro stile sabaudo e Agnelliano: stile Juve.

E poi nel 2006 il “Grande Inganno”, come dice l’amico Renato La Monica.
Il suo diventare l’unico punto di riferimento, durante l’assenza della società per le incertezze sugli equilibri interni tra gli eredi dei due grandi fratelli Agnelli; durante gli anni di una dirigenza che non aveva niente dietro di sé.
L’unico che incarnava la Juve, dopo l’Avvocato e poi il Dottore, era lui; solo lui. Mentre Buffon “meditava” come Amleto se andarsene o rimanere in B, per noi tifosi, dileggiati ingiustamente da chi ci aveva sempre e solo odiato e invidiato, la Juve era diventato lui. Era rimasto solo Lui.

Il diventare capocannoniere in B. Poi la risalita in A.
E di nuovo capocannoniere in A, dieci anni dopo la prima volta; lasciando a Genova un rigore all’amico Trezeguet che pareggiava i suoi gol (questo è assoluta sportività); segnandone poi un altro arrivando così a 22; il sopportare la solenne idiozia di Ranieri che, in quella partita che non contava più nulla, lo sostituiva impedendogli (praticamente per sempre, data l'età) di superare quel suo record di gol in un campionato di A. Ed anche lì, uscendo dal campo, solo una piccola  frase rubata dal labbiale televisivo: “non puoi sostituirmi”. Anche lì, niente polemiche o gesti di stizza. Sempre la Juve ed il suo stile prima di tutto, prima di lui. Anche Ranieri, anni dopo, ammise che quella sostituzione fu una totale ed ingiusta idiozia.
Passando per il suo canto del cigno: i tre gol, tutti e tre bellissimi, uno a Torino e due a Madrid, fatti al Real in Champions nel 2008 a trentaquattro anni. L’ovazione del pubblico più intenditore del mondo, quello del Bernabeu, del Real Madrid, tutto in piedi ad applaudirlo, al quale Alessandro si inchina per ringraziare. Unico calciatore italiano ad avere avuto tale riconoscimento.

In anni di mercati acquisti fatti da chi avrebbe dovuto occuparsi di tennis e di altro, buttando via tanti soldi quanti ne sono bastati per vincere ora in due anni; tanti soldi che, se li avesse avuti a disposizione Moggi, avremmo vinto cinque Champions League.

Poi la fine della dirigenza figlia di farsopoli, sino all'arrivo di Andrea Agnelli, pur passando dagli ultimi due settimi posti, in squadre di una mediocrità atroce, eredità della lunga mancanza di una dirigenza vera, dove nemmeno lui poteva far la differenza, anche per gli anni che passavano.

E poi - finalmente – la rinascita, attraverso l’arrivo di un ex compagno di tante battaglie lippiane: Conte.
L’aver voluto chiarire via internet che lui, per il rinnovo, non voleva “tanti soldi”, sproporzionati all’età, come i media andavano dicendo, ma che invece lui, per la “sua” Juve, avrebbe anche firmato in bianco, prendendo ciò che il Presidente Andrea (da tutti noi, me compreso, richiesto di tornare a salvarci) riteneva giusto dargli. E non per metterlo con le spalle al muro, come invece - purtroppo – proprio Andrea ha forse inteso, decidendo quindi di trattarlo come oggi sta facendo.

Ed infine la sorpresa di ritrovarsi, inopinatamente, quinto attaccante, e senza che in panchina ci fossero Messi o Cristiano Ronaldo o altri fenomeni.
Trattato ormai come una vecchia gloria (da chi forse non gli ha mai perdonato di avergli tolto - per decisione di Lippi, sia chiaro -  la fascia di capitano), ma segnando però due o tre gol “fondamentali”, come l’ultimo con la Lazio: se non segnava lui, l’unico “fuoriclasse” che abbiamo in attacco, con una “invenzione”, quella partita finiva in parità, e il campionato poteva anche cambiare segno.

Per arrivare ad oggi. Alla desideratissima "trentesima" vittoria.
E a questo suo messaggio che dice tutto sull’uomo Alessandro Del Piero.

A questo messaggio mi associo totalmente. Con tutta la mia anima.
Perché il mio pensiero va soprattutto ai campioni che rimasero nel 2006 nella ingiustissima B, accettata purtroppo (per motivi - diciamo  -  “incomprensibili”) dalla proprietà "di allora" (mal consigliata da chi in allora era il traghettatore verso il post Dottor Umberto).

Caro Alessandro, nel Tuo messaggio mi ritrovo, e si ritroverebbe anche la mia dolcissima mamma che oggi mi guarda dall’alto, e che da quasi dieci mesi mi manca ogni singolo giorno enormemente. Vorrei che fosse qui anche Lei.
Festeggerebbe come me la mia, la sua, la nostra Juventus. E certamente il suo “Capitano”.
Entrambi abbiamo sempre provato molto affetto e  ammirazione per Te.
Non so perchè la commozione per il pensiero che, da quel brutto 2006, oggi mia madre non c’è si unisce alla commozione che mi suscitano le parole del Tuo messaggio, parole che rappresentano perfettamente il mio pensiero e le mie emozioni di oggi, come - ne sono certo - il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi juventini.

Ed è per tutto questo che assolutamente non capisco perchè Andrea, da me aspettato come il salvatore della patria sin dal 2006, non voglia comprendere che questi sentimenti sono condivisi dalla stragrande maggioranza dei tifosi juventini; che il 2006 ha fatto di Te un elemento di continuità con una storia centenaria volutamente spezzata da chi aveva interesse a togliere di mezzo chi (più bravo) vinceva impedendo  algli atri (meno bravi) di vincere.
Che, a parte questo (che però ha la sua importanza: il calcio è sentimento), non voglia comprendere che, proprio per quello che c’è stato nel 2006, sarebbe giusto che fossi tu a dire “mi ritiro alla fine del campionato”; che a dirlo fosse chi ha sempre detto: “Noi abbiamo vinto sul campo; il resto sono solo chiacchere”; che a dirlo fosse chi in campo a Torino, prima della partita, nel 2006, in un clima surreale, mentre tutti i media e persino chi aveva cariche istituzionali insultavano qualsiasi cosa fosse juventina, ha detto al microfono a tutti, con orgoglio: “Noi siamo e saremo sempre la Juventus”.
Che non voglia comprendere che, per tutto questo, darti questa possibilità sarebbe un altro segnale, forte, che la Juventus di suo padre, oggi la sua, è definitivamente tornata; che la frattura dolosamente provocata alla sua storia è in corso di riparazione (la totale riparazione sarà con la restituzione degli scudetti, e l'assoluzione di Moggi e Giraudo).
Proprio adesso che diviene intollerabile la campagna mediatica contro la “terza stella”.

So che ormai non vi è più speranza di un ripensamento del Presidente Andrea, e perciò non posso che dispiacermi. Molto.

Dovunque Tu giocherai, io (e non solo) Ti guarderò. Ogni tanto la televisione serve a qualcosa di buono.

Un grande abbraccio.

Nemo


mercoledì 18 aprile 2012

Andrea, pensaci.

Caro Andrea,
(perdona il “tu”, ma per noi juventini veri, dopo farsopoli tu sei “Andrea”), Ti scrivo queste (probabilmente inutili) parole per esprimerti il mio sconcerto e la mia calma, ma ferma, protesta per la decisione da Te presa circa Alessandro Del Piero.
Capisco che ogni cosa – purtroppo – ha una fine. Capisco che Alessandro non è certo più quello del 1996, né quello dei due gol al Bernabeu (quello è stato forse il suo bellissimo canto del cigno). Capisco che ai livelli della nostra serie A possa giocare 45/30 minuti. Capisco che per ogni campione giovane che arriva alla Juventus, sapere che in panchina c’è un’icona come Alex, è cosa assai pesante, oltre alla maglia che indossa. Capisco tutto, ma non  basta per essere d’accordo con un grande errore che stai facendo.
Quest’anno il nostro allenatore Conte lo ha – visibilmente – sottoutilizzato.
Se avessimo in squadra uno come Aguero (l’unico che avrebbe potuto sostituire calcisticamente Alessandro) si poteva capire. Ma con i quattro attaccanti che hai in squadra, questo sottoutilizzo non lo si può proprio capire, se non con delle “direttive” che appaiono date (anche solo tacitamente) dalla società.
Con gli attaccanti in organico, sai bene che la cosa migliore era utilizzarli per “stancare” gli avversari, permettendo poi al capitano di entrare e risolvere la partita, colmando il suo gap con la giovinezza degli avversari.
E’ l’unico fuoriclasse totale che c’è in squadra (a parte Buffon).
Nemmeno Pirlo lo può avvicinare, essendo oltretutto un ruolo totalmente diverso.
Ad ogni modo Del Piero, pur di rigiocare ancora un’ultima volta la Champions con la “sua” Juve, avrebbe accettato questo sottoutilizzo.
Voleva arrivare ai 300 gol con la Juve, e ci sarebbe arrivato quest'anno, se avesse giocato di più. Quanti pareggi fatti senza utilizzarlo ! Anche con la Lazio sarebbe finita pari se non si fosse "inventato" una punizione tipica di chi manda il pallone dove vuole lui.
Voleva arrivare a ritirarsi a 40 anni. Ma lo voleva fare con la Juventus.
Per far questo sono certo che avrebbe rifirmato “in bianco” e alle condizione da TE dettate.
Vedi Andrea, dopo che “la proprietà” (…) non difese la Juventus come avrebbe potuto e dovuto fare nel 2006, permettendo che venisse distrutta economicamente, tecnicamente e – soprattutto – che venisse colpita nella sua storia sportiva, sino a quando non sei tornato Tu (da me e da noi juventini veri invocato), la Juventus-società non è più esistita.
I dirigenti di quel periodo che spero di dimenticare al più presto, non avevano la forza per ribellarsi al dileggio che tutto l’ambiente juventino puntualmente giornalmente doveva sopportare dai media e – addirittura dalle istituzioni.
L’unico che nella società ogni tanto diceva quel che c’era da dire, che difendeva la storia della Juve del Dottor Umberto (Tuo padre) è stato solo Alessandro Del Piero.
Tutti i sostenitori juventini hanno “identificato” la Juventus nel suo capitano.
Lui ha “riempito” il vuoto intervenuto dopo farsopoli, e che poi solo Tu hai potuto colmare.
Ecco perché Del Piero è ancora più importante per gli juventini, che non Totti per i romanisti: e sto parlando dell’unica altra “bandiera” di una squadra di calcio oggi esistente.
Totti non ha vissuto – per sua fortuna – quello che Del Piero ha dovuto vivere per la “non difesa” del 2006. E che “ci si doveva difendere” lo hai pienamente visto nella relazione di Palazzi contro la quale tu adesso – giustamente e con il nostro totale sostegno morale – combatti sino a quando non ci restituiranno gli scudetti ingiustamente tolti.
Ma cosa vuoi che costi alla Tua Juventus mantenere in rosa il capitano: economicamente pochissimo.
Ma umanamente e moralmente sarebbe una cosa enorme.
Tu saresti ancora più amato da tutti i veri juventini.
Accontenteresti un campione che è sceso in B con impegno (capocannoniere) rischiando i calcioni della serie cadetta; e poi è ritornato in A (di nuovo capocannoniere).
Sempre vivendo con lo stile assolutamente Juventino: mai una parola fuori posto; mai una polemica; bonipertiano sempre; “agnelliano” sempre e sino al midollo.
I tempi sono cambiati e probabilmente non si troverà mai più un calciatore di questo “stile di vita”, così juventino e agnelliano.
Il segno di continuità con la Juve vincente di Tuo padre 1994-2006 (come solo quella di Carcano 1930-1935 e quella di Boniperti 1970-1985 sono state) che la conferma di Del Piero darebbe non ha prezzo. La tua presidenza ne guadagnerebbe molto dal punto di vista storico.  
Ed economicamente costerebbe poco (come è giusto che sia) rispetto al conto totale.
Io (credo esprimendo il sentimento della maggioranza degli juventini “tuoi” tifosi) ti chiedo di stupire tutti regalando al popolo juventino un altro anno con Del Piero.
Non posso che sperare che Tu possa accogliere questo desiderio, sapendo che Del Piero lo accoglierebbe con tutte le rinunce e con tutto il buon senso e con tutto il suo attaccamento alla Juve che ha sempre dimostrato di avere. Penso accetterebbe anche un contratto a gettone presenza.
Caro Andrea, sii superiore alle tante cose “piccole” che possono essere attorno a questa vicenda: ti preghiamo tutti, fallo restare alla Juve almeno ancora un anno.
Fai si che il suo addio al calcio corrisponda a quello alla Juventus.
Regalaci questo.
Ti prego Presidente, pensaci.

Nemo, juventino e tuo sostenitore.

martedì 18 ottobre 2011

Caro Andrea, non è questo il modo.

Caro Andrea, no.

Non è questo il modo con cui concludere il rapporto con il più grande juventino di sempre: Alessandro Del Piero.

Non è questione di quanto (tantissimo) lo stesso Del Piero ha avuto dalla Juventus.

E’ questione di valutare quanto (tantissimo) Del Piero ha dato alla Juventus.

Soprattutto interpretando - come solo Tuo padre e Tuo zio hanno fatto - lo stile Juventus: intelligenza, eleganza, sobrietà e mai un tono sopra le righe; sempre al di sopra della mischia, da guardare dall’alto in basso.

E anche su questo argomento non puoi ignorare “farsopoli”.
Se questo sconcio – perpetrato per la grave assenza della “proprietà” (e cioè dei Tuoi cugini) – non ci fosse stato, probabilmente Moggi avrebbe chiuso il rapporto con il ns. Alessandro in altro modo; magari prima, ma in altro modo.

Ma il punto è che nel 2006, da campione del mondo, Del Piero avrebbe tranquillamente potuto andare ad una squadra che faceva la Champions: in primis al Milan, dove Ancelotti lo avrebbe accolto a braccia aperte, e dove avrebbe vinto la coppa e aumentato i suoi record di reti in Italia e in Champions.

Questo non ha chiesto di farlo (era sotto contratto e quindi ci voleva il consenso della società); ma se l’avesse anche solo chiesto avrebbe distrutto la Juventus, non come società, ma come movimento di tifosi: come Moggi ha detto, se non ci fosse stato Del Piero, non ci sarebbe più stata la Juventus. Non sarebbe rimasto nulla. Non vi sarebbe stata più un’identità a cui i tifosi potevano aggrapparsi per vivere un incubo che, solo ora,  sta per finire.

Abbi pazienza ma Tu avevi il dovere morale di lasciare a Lui dire “quando” non avrebbe più giocato, ovviamente stante il fatto che la Juventus gli avrebbe corrisposto uno stipendio “d’onore”, anche a gettone presenza, stipendio che lui avrebbe accettato senza battere ciglio.

La Juventus ha il dovere morale di fare questo ad un grande giocatore e ancor più grande juventino come Del Piero. Ha il dovere morale di fargli giocare ancora un’ultima volta la Champions.

Io, con tanti juventini “veri”, Ti preghiamo di fare con Del Piero quel che il Milan ha fatto con Paolo Maldini.

Senza gravare la Juventus di spese pazze (come quelle assurde fatte dal duo Blanc-Secco)

Cambiare idea è prerogativa dei grandi capi.

Fallo Andrea. Ti prego.

Nemo

giovedì 11 agosto 2011

Andrea, finalmente … !!!

Pochissime parole al Presidente Andrea Agnelli, ad “Andrea”: consentici di chiamarTi così, dato che Tu sei “Andrea” per tutti noi “rancorosi”; tutti noi che abbiamo avuto nel cuore la Juve di Tuo zio Gianni e di Tuo padre Umberto: la “vera” Juventus; tutti noi che fin da subito abbiamo capito che “calciopoli” era in realtà “farsopoli”.

Finalmente, Andrea.

Vai fino in fondo. Tuo padre non aveva assoldato dei mascalzoni.
Vai sino in fondo senza fare sconti a questa gente che ha come unico “dio” la poltrona.

La cosa importante l’hai detta: “finchè gli scudetti 2005 e 2006 non tornano a casa, la Juventus non si fermerà”.
Questo noi tutti volevamo sentire “ufficialmente” da Te.

Il fatto che ciò che faceva Moggi era “minimo” rispetto a quello che facevano le altre squadre di Milano è ormai chiaro da ciò che è emerso al processo di Napoli.
Ormai tutti quelli che non sono in mala fede o "prescritti" (o "milanisti protetti")  l'hanno capito.
Occorre solo che divenga pubblico attraverso una decisione ufficiale.  

L’unica cosa che devo dirTi è questa.
Capisco che “per opportunità”, soprattutto mediatica, sia meglio attendere la – sperata – assoluzione di Moggi a Napoli.
Ma – in punto di stretto diritto – già adesso (con la relazione di Palazzi) la Juventus avrebbe il diritto di chiedere la revisione delle sentenze del 2006 ex art. 39 CGS in quanto quelle decisioni erano basate sul fatto che Moggi e quindi la Juventus fosse l’unico a colloquiare telefonicamente con i designatori e arbitri.
Su questa presunta "unicità" (piaccia o non piaccia ...) di comportamenti ritenuti sleali (e che sleali non erano perchè lo facevano tutti), dato che illeciti ex art.6 non ce n'erano, per lapidare la Juventus, costruirono il famoso “illecito strutturato”, quel mostro giuridico secondo il quel tre furti diventano una rapina.
Così poterono condannare, attraverso Moggi e Giraudo, la Juventus che - come dichiarato nella sentenza stessa del 2006 ! - non aveva fatto illeciti.

Ora, dato che "de facto" è dimostrato che questa “unicità” non era tale, è venuto meno il presupposto fattuale - l'illecito strutturato - di quelle sentenze.

Credo quindi che non ci sarebbe bisogno di attendere la sentenza per chiedere la revisione di farsopoli.

Ma va bene lo stesso. Tanto, prima o poi, se la “famiglia” si impegna otterrà giustizia.

Ricordati questo.
L’acredine dei prescritti milanesi verso di noi ha radici lontane; e proprio contro Tuo padre, il presidente di Moggi, Giraudo e Bettega.

Queste radici affondano nel 1961, quando gli “onesti a priori” volevano ripetere la partita-scudetto di Torino per invasione di campo (il pubblico attorno al campo negli ultimi minuti, purtroppo entrò in campo appena prima dello scadere), quando il regolamento prevedeva la ripetizione della stessa.
In quell’anno Tuo padre, che come presidente della Juventus aveva costruito la Juve di Charles, Sivori e Boniperti (quella della prima stella), era anche presidente della FIGC, i cui organi giurisdizionali (in tutti i gradi di giudizio) disposero la ripetizione della partita e non la vittoria a tavolino a favore degli onesti: come vedi, il vincere in segreteria ce l’hanno nel sangue: se erano convinti di essere più forti avrebbero voluto la ripetizione della partita, che era finita 1-1.
Ma invece è molto più comodo farsi recapitare lo scudetto in segreteria ...
La decisione della FIGC (Presidente Tuo padre) scatenò l’ira del Moratti padre, che mandò a giocare la ripetizione della partita a Torino la squadra Primavera (debuttò Sandro Mazzola, autore dell’unica rete dei prescritti, e che oggi meno parla e meglio è ...) che perse 9-1 contro Sivori, Boniperti e Charles.

Da quel momento cominciò la rabbia dei prescritti contro la Juventus.
Farsopoli per loro è stato un grande orgasmo di gruppo.

Peccato che ora vedranno che tale orgasmo se lo sono procurato tra di loro … : che dolore !

giovedì 16 giugno 2011

Lettera a Moggi dopo la radiazione.

Caro Moggi,
sin dal 2006 tutta questa storia non mi quadrò.

Visto il momento da basso medioevo mediatico che si era creato, mi creai un mio Blog (il Blog di Nemo) dove esprimere la mia opinione e dialogare con gli altri che non avevano messo la testa in frigorifero: in strada non si poteva; era come difendere satana !

Oggi siamo nel 2011 e tutti hanno capito cosa è successo: tranne i giudici della FIGC.

Molti poi - tra cui io - hanno anche ritenuto di comprendere qual è stato, internamente alla EXOR, il motivo per cui non vi è stata difesa ed hanno lasciato distruggere la Juventus: molti pensano al processo di “stabilizzazione” dei rapporti di potere all’interno alla famiglia Agnelli che in quel momento era in corso, dopo la prematura morte del secondo capo storico della famiglia più importante d’Italia: il Dottor Umberto.

Forse per avere la scusa “mediatica” di liberarsi di Voi quali “umbertiani”, e quindi “tifosi” di Andrea “Agnelli” ...

Ovviamente sono solo opinioni che non potranno mai essere sostenute da prove oggettive.

E veniamo a farsopoli.

Innanzi tutto – come avvocato – mi vergogno dello scempio giuridico al quale sino ad oggi ho assistito nei confronti Suoi e – quindi – della Juventus.

Come sin dall’inizio del procedimento (si cominciò dal secondo grado !) vidi subito che era una farsa, per tutti i molti e gravi motivi procedurali indicati e resi pubblici dai Suoi difensori, così poi mi resi conto che la sentenza che – con incredibile velocità ne seguì - era in sé un’assurdità giuridica per tutti i motivi ormai noti a tutti.

In oggi poi è divenuta insostenibile l’esistenza stessa dell’”illecito strutturale” (inventato ad hoc dal Prof. Sandulli) costituito dal “condizionamento del campionato a favore della Juventus” che sarebbe stato da lei realizzato “a mezzo cupola telefonica” e basato sul presupposto di fatto che Lei (e quindi la Juventus) fosse l’unico a telefonare, in quanto tale presupposto è oggettivamente venuto meno, essendo state acquisite ufficialmente nel processo di Napoli tutte le altre intercettazioni di Meani, Facchetti, Moratti e via dicendo (e che già esistevano ab initio !).

Tempo fa volli testimoniare per e-mail all’ottimo Avv. Prioreschi, che ebbe la cortesia di rispondermi, la mia sincera ammirazione per la complessa opera della Sua difesa ed il mio personale sostegno morale, chiedendogli di esternare tale sostegno anche a Lei.

Adesso infine si è arrivati alla Sua assurda radiazione, quale “conseguenza diretta” delle sentenze del 2006.

In linea di diritto la giustificazione è questa: dovendosi applicare una pena accessoria prevista per l’”illecito strutturale” sancito dalla sentenza del 2006, visto che questa non è stata oggetto di revoca o revisione, possiamo senz’altro applicarla.

Ed in effetti, in punto di stretto diritto, è proprio così.

E quindi hanno fatto “come i vigili urbani” (con tutto il rispetto per questi).

Ecco, quando un giudicante ragiona così, non giudica: non “ius dice”.

L’Alta Corte aveva “suggerito” la c.d. “attualizzazione”, in pratica raccomandando: “non applicate in modo bizantino la lettera della norma – fatta ad hoc – ma tenete conto di ciò che è successo nel frattempo, onde evitare una sentenza “chiaramente” ingiusta.

Invece il giudice “non ricusato” non ha (ovviamente) tenuto conto di tale “raccomandazione” ed ha compiuto l’opera pervicacemente voluta dall’intera Figc, disegnando la parte finale del “mostro” giuridico.

Ma, se questa è la giustificazione giuridica della sentenza di radiazione, il dispositivo della sentenza avrebbe dovuto essere - come si dice - “di puro rito”. Avrebbe cioè dovuto giustificare il rigetto delle tesi difensive “solo in punto procedurale”.

Con il dispositivo emesso invece essi Le hanno dato un chiaro motivo di impugnativa: l’aver giustificato la Sua radiazione, non solo con il puro fatto procedurale dell’attuale vigenza della sentenza del 2006, ma anche ribadendo l’esistenza di quell’”illecito strutturato” il cui presupposto (l’unicità della Sua condotta) si è ufficialmente dimostrato inesistente, è un evidente errore.

A mio parere, la chiara “animosità” verso Lei, Giraudo e la Juventus ha fatto “esagerare” i giudicanti.

Hanno espressamente ignorato il dovere di “attualizzazione” sancito dall’Alta Corte: vedremo questa come la prenderà.

Ma veniamo al punto importante che penso Lei avrà già notato.

Questa sentenza contiene un elemento “dirompente” (anche per i media): il riferimento “ufficiale” alla possibile (ma ad oggi non richiesta ed ottenuta) revocazione e/o revisione delle sentenze del 2006.

Ai giudici “è scappata” l’ammissione della possibilità (che per me è sempre stata ovvia, ma per i media, specie di colore “rosa”, no) della richiesta di revocazione delle sentenze del 2006 ex art 39 CGS: per la revoca di qualsiasi sentenza non vi è mai prescrizione.

Ecco è questo punto su cui Lei dovrà procedere e combattere: chieda la revoca delle sentenza del 2006.

Quanto alla Juventus mi auguro che inizi a seguirla adesso che le chiedono soldi: potrà giustificare il “suicidio” del 2006 dicendo che “in buona fede” aveva preso per buona la verità di Auricchio e della FIGC del 2006; verità che però adesso si è dimostrata “parziale” e quindi non più tale, in quanto è ufficialmente venuto meno il presupposto di fatto sul quale si basavano tali sentenze di condanna per Lei, Giraudo e la Juventus: e cioè che era solo Lei (e quindi la Juventus) a telefonare.

Concludo dicendoLe che ho con piacere letto che Lei, appresa quest’ultima assurdità, ha dichiarato che non mollerà mai: anche noi “militi juventini di Internet” come ci chiama Mughini, non molleremo fino in fondo ed anche oltre.

Quindi Lei non è stato, né mai sarà, “solo”.

Ci tenevo a dirglielo direttamente, perché immagino cosa devono essere stati per Lei e la Sua famiglia i primi mesi dopo farsopoli: ma ormai è cosa passata.

Lo faccia capire anche a Giraudo, che ha sbagliato a seguire il suicidio del rito abbreviato: speriamo che il suo appello venga “dopo” la sentenza di Napoli, la quale – se siamo in uno stato “di diritto” – dovrebbe esserLe favorevole.

E soprattutto – se può – lo faccia capire ad Andrea: adesso la situazione successoria all’interno della grande famiglia torinese penso si sia stabilizzata e quindi forse potrebbe “strappare” l’approvazione dei cugini alla richiesta di revoca delle sentenze 2006, anche solo per evitare di pagare danni agli “avvoltoi”.

Senza quella sacrosanta revoca la Juventus dell’Avvocato e del Dottore non risorgerà mai.

Con sincero affetto, La saluto “Comandante”.

Nemo

martedì 17 maggio 2011

Ennesimo fallimento della Newentus. Colpa dei giocatori ?

Ennesimo fallimento della Newentus. Colpa dei giocatori ?
No: colpa di chi comanda.

Dunque eccoci ancora a scrivere dell’ennesimo fallimento della Newentus (a proposito: d’ora in poi, e sin quando non verrà revocata la sentenza farsa del 2006, questo sarà il nome con cui chiamerò quella che “era” la Juventus, distrutta ed uccisa nel 2006 per la non-difesa da parte dell’azionista di maggioranza, cioè l’Exor e cioè i Sigg. Elkan).
Un disastro - come i precedenti – assolutamente annunciato.
Ieri Andrea Agnelli e Pavel Nedved hanno rilasciato dichiarazioni di assoluto biasimo contro i giocatori in rosa alla Newentus. Innanzi tutto non tutti i giocatori hanno colpe.
Non ne ha Storari, Del Piero, Buffon (se non parla), Marchisio, Matri (da quando è arrivato). Gli altri - se di colpa si deve parlare – hanno solo quella di esere “buoni giocatori” ma non “campioni da Juventus”. L’unico “caso” è Chiellini. Non si riesce a capire se è un campione o no. Per spiegarselo forse è opportuno ascoltare - come sempre – il ns. D.G. Moggi, il quale ha chiaramente detto che Chiellini non è Cannavaro dei tempi d’oro, e non lo sarà mai. E’ un ottimo difensore che, per eccellere, dev’essere affiancato da un campione vero “che abbia caratteristiche adatte ad integrarsi con le sue”. Cioè dev’essere veloce nei recuperi come lo era Cannavaro. Insieme a Bonucci è mal assortito: andava molto meglio con Legrottaglie (che infatti è stato ceduto in fretta e furia per prendere il “fenomeno” Barzagli: sono cose che gridano vendetta !).

Veniamo allo specifico.
Il problema non è questo; o, meglio, quello è la conseguenza di altri problemi a monte.
Andiamo – come i gamberi – “a ritroso”, per capire la sequenza delle responsabilità che hanno portato la Juventus degli Agnelli a divenire la Newentus dell’Exor attuale.

I giocatori presi l’anno scorso, a dir poco, non sono “da Juventus”.
Così come anche quelli degli anni-Secco Blanc (Andrade, Tiago, Almiron, e poi Melo, Diego e via dicendo arrivamdo poi addirittura ai Motta, Martinez: anche Krasic non è un campione nel senso del termine: è un ottimo giocatore e stop).
Perché sono stati presi ?
Perchè li ha presi chi è – per mentalità – adatto ad essere DG di una provinciale, cioè una squadra che deve essere tranquilla di lottare per arrivare in Europa League (la ex zona UEFA); e che se poi fa di più (come fece la Samp l’anno scorso) ha fatto tombola e tutti sono fenomeni. Per ottenere questo la rosa della Newentus è adattissima: infatti il posto dove arriverà è quello, posto più, posto meno.
Se al suo posto ci fosse la Sampdoria, il Genoa, il Palermo, la Fiorentina, il Napoli, sarebbe tutto a posto. Già se capitasse alla Lazio (post Cragnotti) o alla Roma (post Capitalia) si parla di fallimento.
Andiamo indietro ancora.
Perché sono stati dirigenti come detto sopra ? Come Marotta, DG bravo, ma con “quella” mentalità (onestissima, s’intende: ma ognuno è adatto ad una situazione, fuori della quale non da il suo massimo, non è al suo posto) ?
È stato preso per la stessa ragione per cui prima c’erano Secco, con Cobolli Gigli e Blanc, e poi Ranieri e via dicendo.
Cioè tutta gente che aveva un grande FALSO alibi: la Newentus è appena risalita dalla Serie B (dopo uno “tsunami”, disse Ranieri) non si può pretendere lo scudetto. Esattamente come sarebbe per il Napoli, o per le altra squadre sopra ricordate.
O come è stato quando il Milan (prima di diventare la squadra del Premier, quella che con 11000 telefonate di Meani a designatori e guardialinee, appuntamenti a cena con Collina, è rimasta in A ed è andata a vincere - con merito, peraltro - la Champions League) andò in B per illecito VERO (furono trovati i soldi !!!), e non solo “pensato”. Quel Milan infatti ritornò in A e retrocesse stavolta per (de)meriti sportivi propri.
Poi arrivo il Cavaliere e il resto è storia.
Insomma dopo farsopoli alla Juve è arrivata gente che aveva la scusante pronta nel cassetto per i suoi fallimenti (“siamo arrivati dopo la B, che volete ?”); e poi gente che era abituata a palcoscenici diversi. È come quando un attaccante che riesce a fare 20 reti all’anno al Palermo, quando arriva alla grande squadra “sparisce”: la grande maglia “pesa”. Ecco dove sta la differenza.

Ecco dunque che siamo arrivati alla cima della scala.
Siamo sempre e solo lì.
Sin quando la vera proprietà della Juventus non toglierà di mezzo questo dato “mentale” della squadra post serie B, post “tsunami”, della squadra “nuova”; sinchè - al contrario - non si riannoderà il legame storico tra la Juventus della Triade e quella dopo, “spazzando via” (ormai solo per i titoli e la storia) quella schifezza giuridica che è stata farsopoli, la Newentus potrà acquistare anche Messi, ma non tornerà mai più la Juventus 1896-2006.
Per riannodare il filo occorre finalmente difendersi e far (appunto “finalmente”) venire fuori ed a conoscenza ufficiale del mondo la vera verità.
Tutto il resto sono chiacchere da bar (proprio come quelle assunte a verità rivelate da farsopoli) adatte a squadre il cui obiettivo stagionale è vincere alcune partite con le grandi squadre deputate ad essere le protagoniste ed arrivare tra il quarto ed il decimo posto, per dire così di avere fatto un grande campionato.

Questa è la nuda verità.
Ed il rancore (che certo c’è) dello Juventino preso in giro ed al quale hanno rubato una storia sportiva, non c’entra proprio nulla.

Nemo