Caro Moggi,
sin dal 2006 tutta questa storia non mi quadrò.
Visto il momento da basso medioevo mediatico che si era creato, mi creai un mio Blog (il Blog di Nemo) dove esprimere la mia opinione e dialogare con gli altri che non avevano messo la testa in frigorifero: in strada non si poteva; era come difendere satana !
Oggi siamo nel 2011 e tutti hanno capito cosa è successo: tranne i giudici della FIGC.
Molti poi - tra cui io - hanno anche ritenuto di comprendere qual è stato, internamente alla EXOR, il motivo per cui non vi è stata difesa ed hanno lasciato distruggere la Juventus: molti pensano al processo di “stabilizzazione” dei rapporti di potere all’interno alla famiglia Agnelli che in quel momento era in corso, dopo la prematura morte del secondo capo storico della famiglia più importante d’Italia: il Dottor Umberto.
Forse per avere la scusa “mediatica” di liberarsi di Voi quali “umbertiani”, e quindi “tifosi” di Andrea “Agnelli” ...
Ovviamente sono solo opinioni che non potranno mai essere sostenute da prove oggettive.
E veniamo a farsopoli.
Innanzi tutto – come avvocato – mi vergogno dello scempio giuridico al quale sino ad oggi ho assistito nei confronti Suoi e – quindi – della Juventus.
Come sin dall’inizio del procedimento (si cominciò dal secondo grado !) vidi subito che era una farsa, per tutti i molti e gravi motivi procedurali indicati e resi pubblici dai Suoi difensori, così poi mi resi conto che la sentenza che – con incredibile velocità ne seguì - era in sé un’assurdità giuridica per tutti i motivi ormai noti a tutti.
In oggi poi è divenuta insostenibile l’esistenza stessa dell’”illecito strutturale” (inventato ad hoc dal Prof. Sandulli) costituito dal “condizionamento del campionato a favore della Juventus” che sarebbe stato da lei realizzato “a mezzo cupola telefonica” e basato sul presupposto di fatto che Lei (e quindi la Juventus) fosse l’unico a telefonare, in quanto tale presupposto è oggettivamente venuto meno, essendo state acquisite ufficialmente nel processo di Napoli tutte le altre intercettazioni di Meani, Facchetti, Moratti e via dicendo (e che già esistevano ab initio !).
Tempo fa volli testimoniare per e-mail all’ottimo Avv. Prioreschi, che ebbe la cortesia di rispondermi, la mia sincera ammirazione per la complessa opera della Sua difesa ed il mio personale sostegno morale, chiedendogli di esternare tale sostegno anche a Lei.
Adesso infine si è arrivati alla Sua assurda radiazione, quale “conseguenza diretta” delle sentenze del 2006.
In linea di diritto la giustificazione è questa: dovendosi applicare una pena accessoria prevista per l’”illecito strutturale” sancito dalla sentenza del 2006, visto che questa non è stata oggetto di revoca o revisione, possiamo senz’altro applicarla.
Ed in effetti, in punto di stretto diritto, è proprio così.
E quindi hanno fatto “come i vigili urbani” (con tutto il rispetto per questi).
Ecco, quando un giudicante ragiona così, non giudica: non “ius dice”.
L’Alta Corte aveva “suggerito” la c.d. “attualizzazione”, in pratica raccomandando: “non applicate in modo bizantino la lettera della norma – fatta ad hoc – ma tenete conto di ciò che è successo nel frattempo, onde evitare una sentenza “chiaramente” ingiusta.
Invece il giudice “non ricusato” non ha (ovviamente) tenuto conto di tale “raccomandazione” ed ha compiuto l’opera pervicacemente voluta dall’intera Figc, disegnando la parte finale del “mostro” giuridico.
Ma, se questa è la giustificazione giuridica della sentenza di radiazione, il dispositivo della sentenza avrebbe dovuto essere - come si dice - “di puro rito”. Avrebbe cioè dovuto giustificare il rigetto delle tesi difensive “solo in punto procedurale”.
Con il dispositivo emesso invece essi Le hanno dato un chiaro motivo di impugnativa: l’aver giustificato la Sua radiazione, non solo con il puro fatto procedurale dell’attuale vigenza della sentenza del 2006, ma anche ribadendo l’esistenza di quell’”illecito strutturato” il cui presupposto (l’unicità della Sua condotta) si è ufficialmente dimostrato inesistente, è un evidente errore.
A mio parere, la chiara “animosità” verso Lei, Giraudo e la Juventus ha fatto “esagerare” i giudicanti.
Hanno espressamente ignorato il dovere di “attualizzazione” sancito dall’Alta Corte: vedremo questa come la prenderà.
Ma veniamo al punto importante che penso Lei avrà già notato.
Questa sentenza contiene un elemento “dirompente” (anche per i media): il riferimento “ufficiale” alla possibile (ma ad oggi non richiesta ed ottenuta) revocazione e/o revisione delle sentenze del 2006.
Ai giudici “è scappata” l’ammissione della possibilità (che per me è sempre stata ovvia, ma per i media, specie di colore “rosa”, no) della richiesta di revocazione delle sentenze del 2006 ex art 39 CGS: per la revoca di qualsiasi sentenza non vi è mai prescrizione.
Ecco è questo punto su cui Lei dovrà procedere e combattere: chieda la revoca delle sentenza del 2006.
Quanto alla Juventus mi auguro che inizi a seguirla adesso che le chiedono soldi: potrà giustificare il “suicidio” del 2006 dicendo che “in buona fede” aveva preso per buona la verità di Auricchio e della FIGC del 2006; verità che però adesso si è dimostrata “parziale” e quindi non più tale, in quanto è ufficialmente venuto meno il presupposto di fatto sul quale si basavano tali sentenze di condanna per Lei, Giraudo e la Juventus: e cioè che era solo Lei (e quindi la Juventus) a telefonare.
Concludo dicendoLe che ho con piacere letto che Lei, appresa quest’ultima assurdità, ha dichiarato che non mollerà mai: anche noi “militi juventini di Internet” come ci chiama Mughini, non molleremo fino in fondo ed anche oltre.
Quindi Lei non è stato, né mai sarà, “solo”.
Ci tenevo a dirglielo direttamente, perché immagino cosa devono essere stati per Lei e la Sua famiglia i primi mesi dopo farsopoli: ma ormai è cosa passata.
Lo faccia capire anche a Giraudo, che ha sbagliato a seguire il suicidio del rito abbreviato: speriamo che il suo appello venga “dopo” la sentenza di Napoli, la quale – se siamo in uno stato “di diritto” – dovrebbe esserLe favorevole.
E soprattutto – se può – lo faccia capire ad Andrea: adesso la situazione successoria all’interno della grande famiglia torinese penso si sia stabilizzata e quindi forse potrebbe “strappare” l’approvazione dei cugini alla richiesta di revoca delle sentenze 2006, anche solo per evitare di pagare danni agli “avvoltoi”.
Senza quella sacrosanta revoca la Juventus dell’Avvocato e del Dottore non risorgerà mai.
Con sincero affetto, La saluto “Comandante”.
Nemo