lunedì 26 aprile 2010

Attenzione tutti !!! Pericolo per noi ! E' partita l'operazione "Fotteteli 2".

Conosco personalmente il Prof.Sandulli, e non riesco a capire come una persona - che stimo - come lui abbia mai potuto partorire un mostro giuridico come "l'illecito strutturato" (cioè: dieci furti diventano una rapina).
Credo che in fondo al suo cuore di Professore ed Avvocato amministrativista batta - come in quasi tutti gli italiani - un cuore da "tifoso" (penso romanista o forse laziale; non credo intertriste, almeno spero!).
Questo forse spiegherebbe abbastanza quel mostro.
Dopo qualche anno rilasciò un'intervista dove dichiarò "Non ci sono illeciti, il torneo 2004-2005 non è stato falsato. L'unico dubbio riguarda Lecce-Parma. Carraro? Non ha alterato i risultati."
Oggi leggo su Virgilio Sport (Telecom=Intertriste) che ha dichiarato invece che "I campionati 2005 e 2006 sono stati falsati."
Ma allora: essere o non essere; falsato o non falsato; qual'è il vero pensiero del Professore ?
Io capisco che, visto ciò che è emerso ed il supplemento di indagine, deve difendere il suo "mostro giuridico", e quindi si rimangi la sua prima dichiarazione (fatta quando credeva che ormai fosse tutto sottoterra e quindi si potesse permettere un po' di "auting" (come si direbbe oggi), e cioè di autocritica (come si direbbe nella nostra splendida lingua, che in così pochi conoscono).

Ma probabilmente – purtroppo – la ragione è un’altra.
L’inchiesta Farsopoli 2 è ufficialmente ripartita. Palazzi ha ufficialmente aperto un fascicolo.
Quindi adesso che si fa ?
Ecco allora che occorre cominciare a mettere le mani avanti. E – penso – che il primo a farlo sia stato proprio il nostro Professore, non so se “su mandato” o meno della FIGC.

Amici Juventiniveri attenzione! E' partita l’operazione “Fottiamoli 2”.

Non ci illudiamo, sarà difficilissimo ripristinare legalmente la verità che ormai hanno capito tutti coloro che hanno un cervello “libero” e non “tifoso”.
Come vedete i nemici hanno avvertito il pericolo e stanno iniziando a muoversi con le loro truppe.

Speriamo solo che i Legali di Moggi, l’Avv. Prioreschi in primis, risponda per le rime al Professore. Speriamo solo in loro.
La NewJuventus ? Un silenzio "assordante" !

Nemo

domenica 25 aprile 2010

Pensieri in libertà, ascoltando Moggi e il povero Tosatti.

Amici “Juventiniveri”,
stavo riascoltando poco fa la telefonata di Moggi al povero Tosatti.

Bene, è quella “la (vera) madre di tutte le intercettazioni”.

Da quel che dice Moggi a Tosatti si sente quanto soli si vennero a trovare Moggi e Giraudo dopo la morte prematura del Dottor Umberto.
In quella telefonata – per chi usa il cervello e abbia voglia di capire – si comprende tutto quello che poi è successo. Si capisce come gli attuali padroni hanno “preso lo scandalo al balzo” per liberarsi di menager che forse avrebbero trovato veramente qualcuno che potesse togliere la Juventus dall’Ifil, e magari riportarla sotto il controllo della sola ala umbertina della Famiglia.
Ma evidentemente questo non era gradito ai nuovi capi. Effettivamente la dirigenza di una società come la Juventus dà una rilevanza mediatica che non poteva essere concessa a chi ancora portava il nome degli Agnelli.
I club calcistici sono fonte di consenso mediatico: vedi il Milan… .

Mentre la riascoltavo sono stato assalito da molti pensieri tristi.

Quella che una volta era sostanzialmente ancora “una” famiglia con qualche ramo minoritario, ma con a capo i due fratelli Giovanni e Umberto (che avevano una larga maggioranza, almeno relativa, se non assoluta), oggi purtroppo è un “insieme” di tante famiglie i cui legami parentali si affievoliscono di generazione in generazione, che sono ormai tra loro legate solo dall’interesse patrimoniale, e dove vi è una sola quota grossa (quella degli Elkan), ma "da sola" (e questo forse potrebbe essere per la Juve una fortuna) non decisiva negli equilibri interni se non appoggiata da “quotisti minori”.
Gli eredi di Umberto – quelli che mi sembrano tra loro più uniti – hanno una quota nettamente minore degli Elkan, anche se ben maggiore di tutti gli altri rami.
Questo è quello che mi è parso di capire da una lettura di un po’ di tempo fa. Sempre che gli scenari non cambino a seguito della causa ereditaria pendente a Torino tra i due Elkan e la loro madre (basti questo dato per capire di cosa si sta parlando !).
Ecco, è proprio questa frammentazione che rende molto scuro il futuro della ns. Juventus.
Credo che il non aver previsto questo – oltre a non intuire il non-amore per la sua Juventus del delfino Jonh da lui scelto - sia stato “l’errore” del grande Gianni.

Ed allora ho pensato che gli unici veri custodi della Juventus oggi siamo noi; noi “soldati di Mughini”; “eroi al valor militare Juventino” come egli ha – felicemente – detto.
Noi, quelli definiti scioccamente “barboni” da Facchetti Jr (il quale però, essendo interista, come tale non è punibile, in quanto non sa quel che dice).
E questo è romanticamente bello, ma purtroppo quasi inutile.

Io credo che – forse – l’unico modo in cui per la Juventus il futuro possa ritornare ad essere quello che era fin quando ci sono stati l'Avvocato e il Dottore è che la ns. amata Juventus precipiti assolutamente in basso; non dico di nuovo in B, ma in posizioni “amorfe”, a metà classifica.
Forse così si decideranno a cederla, ma vorranno però un sacco di soldi per via dello stadio, pensato e voluto da Giraudo.
Ed anche di questo si capisce ora il motivo: se fossero riusciti a staccare la Juventus dall’Ifil – e quindi dalle lotte d’interesse interfamiliari – non avrebbero più avuto dietro di loro l’universo Fiat di Gianni e Umberto; ecco quindi che la loro politica di autofinanziamento, per essere “totale”, non poteva prescindere dallo stadio di proprietà (come per esempio lo United in Inghilterra).

Che grandi amministratori sono stati Moggi e Giraudo ! E che grande intenditore di uomini fu il Dottor Umberto !
Suo fratello aveva ragione quando diceva: "io sono il Ministro degli esteri; ma è mio fratello quello degli interni, il vero organizzatore".
La Juve di Charles, Sivori e Boniperti fu creata da lui, quando – ancora giovane – se ne assunse la presidenza.

Solo una cosa mi diminuisce la tristezza: prima o poi la verità verrà alla luce. Almeno questo !

Sono “pensieri in libertà”.

Nemo

mercoledì 21 aprile 2010

Lettera aperta a Gianfelice Facchetti.

Caro Gianfelice Facchetti,
Le scrivo questa lettera aperta perché l’atteggiamento che Lei ha assunto nella vicenda che oggi riguarda anche Suo padre è profondamente sbagliato.

Innanzi tutto chi Le scrive non è solo uno "juventinovero", ma è anche uno "sportivovero".
Sono della generazione che – da piccolo – ha ammirato le gesta della grande Inter di Suo padre; che ha gioito per la vittoria della ns. nazionale agli europei di Roma del 1968, ed ha sofferto per la sconfitta ai mondiali del 1970 in Messico.
Insomma sono uno per il quale Giacinto Facchetti ha “rappresentato” una vera icona sportiva, oltre che un pezzo dei ricordi della propria fanciullezza ed adolescenza.
Molti di quelli che ora – obtorto collo – debbono parlare di Suo padre, in merito alla nota vicenda, il cui nome più appropriato è “farsopoli”, la pensano esattamente come me.
Ho fatto questa premessa per chiarirLe che nessuno di noi ha in sé minimamente scalfito il ricordo, l’immagine ed il giudizio sulla figura sportiva di Suo padre, né ha intenzione di farlo.

Il problema è che Lei ha preso quest’ultima fase di farsopoli nel modo e dal lato sbagliato.
Lei si è chiuso in una difesa della memoria di Suo padre che non c’entra assolutamente nulla con la sostanza della cosa.
Veda, Lei non vuol capire che ciò che Suo padre faceva (perché “lo” faceva: su questo non v’è dubbio alcuno !) NON ERA NULLA DI MALE: né dal punto di vista regolamentare (ora lo sarebbe, vero Zamparini ?), perché era lecito avere rapporti telefonici e verbali con i designatori; né dal punto di vista di slealtà sportiva, perché infatti lo facevano praticamente tutti.

Il fatto è un altro.

Oggi la società da Lei – comprensibilmente – amata, cioè l’Internazionale FC, continua in una politica moralmente ed eticamente sbagliata.
Ha voluto e vuole continuare nella distruzione della Juventus del Dottor Umberto Agnelli attraverso uno scandalo “solo” mediatico, basato solo su chiacchere da bar: proprio come quello che Lei accusa essere oggi montato contro Suo padre.
Se oggi tutti dicessero la verità, e cioè che le telefonate ai designatori (cioè quello che è stata la base per la costruzione di un castello accusatorio da bar sport, in quanto totalmente sfornito di prove concrete nei confronti di Moggi e della Juventus) non costituivano nulla di sleale (che non erano illecite lo diceva il regolamento allora vigente), non vi sarebbe stata farsopoli, né oggi si parlerebbe di Suo padre (ed oggi la Sua Inter avrebbe come avversaria la “vera” Juventus, e quindi le sue eventuali vittorie avrebbero ben altro valore).
Quello che oggi la difesa di Moggi cerca di far capire a chi proprio non vuole farlo, è che anche la squadra degli “onesti a prescindere” (l’Inter) telefonava ai designatori, e lo faceva attraverso una persona della cui onestà intellettuale nessuno – ripeto NESSUNO – ha mai dubitato, né dubita oggi, cioè Suo padre. E che – dunque – ciò dimostra che queste telefonate non erano nulla di illecito, né tantomeno di sleale, perché:
a) lo facevano tutti ed anche l’Inter (che quindi non ha alcun titolo di differenziazione morale dalla Juventus per fregiarsi dello scudetto “regalatole” dal suo tifoso Guido Rossi);
b) lo faceva una persona che non avrebbe mai fatto nulla di sleale come Suo padre.

Vuole capire questo punto ?

Il fatto è che la dirigenza dell’Inter oggi vuole “negare” la realtà “oggettiva”, e cioè che anche loro, attraverso Suo padre, intrattenevano gli stessi rapporti con i designatori degli arbitri che venivano intrattenuti anche da Moggi, Meani, Galliani e tantissimi altri dirigenti di calcio (cosa che – ripeto – era assolutamente lecita in quanto non vietata, e NON sleale proprio in quanto da tutti praticata).
E se proprio deve ammettere le telefonate di Suo padre, cerca allora di “differenziarle” da quelle degli altri: quelle di Facchetti erano telefonate “buone”, quelle di Moggi invece erano “cattive”: il tono, la virgola, … ecc.; mentre è evidente che non vi è alcuna sostanziale differenza !
E tale “negazione della realtà” è fatta solo per un interesse di cortile: quello di poter continuare a dire:
- che Moggi (e la Juventus) si comportavano male, e che “rubavano” attraverso quell’”illecito strutturato”, inventato dal Prof. Sandulli, e la cui base è costituita proprio dall’assunto che il “telefonatore” (o – al massimo – il telefonatore “cattivo”) era solo Moggi e la Juventus;
- che – quindi – è giusto quel che l'"ingiustizia" sportiva gli ha fatto ed è anche “moralmente” giusto continuare a fregiarsi di un titolo di campione d’Italia al quale assolutamente non si ha alcun diritto, né sportivo, né “morale”.

Ma così facendo, necessariamente, passano sulle spalle di Suo padre; perché delle due l’una: o il telefonare non era nulla di male; o anche Suo padre si comportava male (cosa che secondo me – ripeto – non sta né in cielo, né in terra!)

Se questa premessa da parte dell’Inter non vi fosse, non vi sarebbe tutto ciò a cui Lei vuole ribellarsi.
Quindi Le consiglio di indirizzare le Sue – giustificabilissime – ire verso la dirigenza dell’Inter (che è quella che “chiedeva” a Suo padre di fare le telefonate che oggi tutti ascoltiamo).

Concludo dicendoLe questo: non offenda Lei – etichettando con l’epiteto dispregiativo(tipicamente lombardo) “barbone” – persone come Moggi, i suoi difensori, e coloro - come me - che sostengono solo ciò che “oggettivamente” emerge (e cioè la realtà delle telefonate di Suo padre): non è giusto, e – soprattutto – è inutile ai suoi fini.
Nessuno di noi stà minimamente offendendo la memoria di Suo padre, un campione della nazionale italiana di calcio che tutti noi amiamo.

Faccia una cortesia, dica al Presidente Moratti questo: “mio padre telefonava ai designatori per chiedere i migliori arbitri per le partite dell’Inter, per “suo” mandato e nel “suo” interesse, e questo ERA LECITO e PER NULLA SLEALE verso gli altri, dato che lo facevano tutti; quindi, per favore, non faccia passare mio padre per quello che non è mai stato SOLO per poter dire “noi non lo facevamo; solo Moggi e la Juve lo facevano e quindi è giusto quello che la giustizia sportiva ha fatto alla Juve ed a Moggi nel 2006; ed è giusto aver assegnato a noi – che non telefonavamo, campioni di moralità sportiva ! – uno scudetto da noi perso sul campo con 14 punti di distacco e stravinto sul campo dalla Juventus-"telefonatrice cattiva” (squadra infatti molto bisognosa "d'aiuto" per vincere, infatti i suoi dieci undicesimi giocavano la finale del campionato del mondo per nazioni 2006 !!!).

Ecco dica questo !

Se lo farà, vedrà che verrà “scaricato”: perché la cosa più importante per quella dirigenza evidentemente non è la memoria di Suo padre (che mi creda, per l’ennesima volta, qui non è assolutamente in discussione), ma è SOLO il mantenere ciò che hanno ottenuto (un titolo "di cartone" ed un'"egemonia" sportiva agognata per vent'anni), non sul campo, ma attraverso – loro si - un comportamento illecito (intercettazioni e spionaggio di Tavaroli, lasciando perdere le partite a Torino con in campo giocatori tipo Recoba con passaporto falso, ed i dubbi su fidejussioni necessarie all'iscrizione al campionato) e sportivamente sleale: non dicendo, mentre crocefiggevano Moggi e la Juventus nel 2006, che anche loro (alla stessa maniera ed agli stessi fini) telefonavano ai designatori attraverso Suo padre in quanto era cosa
perfettamente lecita e leale (questo si che sarebbe stato da “campioni di etica sportiva”!), ma al contrario tacendo ed approfittando della situazione.

Spero che Lei riuscirà a comprendere il grande errore di valutazione e di prospettiva in cui è caduto.
Nel rispetto di uno dei grandi del calcio italiano di sempre come Suo padre, La saluto.

Nemo

martedì 6 aprile 2010

ZACCONE “dica qualcosa da avvocato” !

Dichiarazione di Zaccone su Tuttosport di oggi:
"Se queste intercettazioni dimostrano le responsabilità di altre società, a me servono a poco perché la Juventus resta comunque coinvolta. (complimenti: mai sentito un avvocato parlare così di un suo cliente; neanche se preso in flagranza di reato! ndr)
Anche se tutti telefonavano al designatore, la consuetudine rimane pur sempre illecita. Tuttavia, cambierebbe la contestualizzazione di quei fatti, ci sarebbe una valutazione diversa del quadro generale in cui si muovevano le società di calcio. E anche la linea giudicante avrebbe potuto essere più morbida".
... OMISSIS ...
Noi ave­vamo addirittura due diri­genti colpevoli e quindi che cosa dovevamo fare secondo voi? O difendevamo i diri­genti oppure prendevamo le distanze da loro per cercare di far sopravvivere la Juve. Abbiamo scelto la seconda strada. Noi volevamo una giustizia equa, però i dati di fatto nei nostri confronti era­no drammatici. Erano da se­rie C
(ma dove? in che film? ndr.), il che avrebbe signifi­cato la serranda per la Ju­ventus. Ci siamo permessi di chiedere una B senza pena­lizzazione .


Caro Zaccone, la Sua dichiarazione di oggi su Tuttosport è giuridicamente errata, e – difensivamente - assolutamente insufficiente, oltre che - francamente - stupefacente.

A parte che la Sua ammissione di colpevolezza dei due dirigenti delle Juventus (Moggi e Giraudo ndr) - anche solo in quel momento - era assolutamente pregiudiziale ed immotivata, come dimostrano i fatti che stanno emergendo.
Anche Lei si mette a confondere l'ìllecito dal comportamento sleale (se tale poi era)? Anche Lei si mette ad approvare l'invenzione Sandulliana del "reato strutturale": cinque furti, fanno una rapina ?
Qualsiasi avvocato specializzato in diritto sportivo nel luglio del 2006 diceva che - anche in quei momenti da "terreur rivoluzionario" - a Moggi era giuridicamente contestabile solo il comportamento sleale e non certo l'illecito sportivo. E quindi non solo non c'entra nulla la serie C, ma nemmeno la B.

Avvocato non ci racconti "quella dell'uva"; sappiamo benissimo cosa c'è dietro il Suo "mollare" Moggi e Giraudo.
Nessuna difesa ("libera di difendere": so che Lei m'intende!) della Juventus lo avrebbe MAI fatto. Anche solo "nell'interesse delle Juventus stessa".

Il Suo bisogno poi – quasi “catartico” – di ribadire che la “Juventus era comunque coinvolta” sinceramente è “ufficialmente” incomprensibile.
Ma Lei non è il difensore della Juvenus F.C. Spa ?
Purtroppo invece comprendiamo i motivi – reconditi – di tali Sue affermazioni.

Infatti - da collega - capisco che Lei si debba muovere “tra gli spilli”, e, da queste Sue prime dichiarazioni, capisco purtroppo quale sia la "linea" dei suoi clienti (la “nuova proprietà”) rispetto a questa vicenda: dato che non si potrà far finta di niente, non si deve però – ora – mettersi a scagionare Moggi (anche se, così facendo, si scagionerebbe totalmente la Juventus) !!!

Insomma state dicendo questo: dato quello che emerge, dovete ridarci gli scudetti (oltre a fare i conti del danno) in quanto la sentenza fu sbagliata ed esagerata vista la diversa “contestualizzazione” delle telefonate ai designatori da parte di Moggi, “nonostante che la consuetudine di telefonare ai designatori fosse illecita”.

In sostanza la linea sarà questa: Moggi ha sbagliato (e quindi abbiamo fatto bene a mandarlo via, e così non dovremo richiamarlo), ma la pena alla Juventus è stata ingiusta e quindi dovete riparare ridandoci gli scudetti;
occorre vedere di riprendersi il maltolto, ma facendo rimanere Moggi - in un modo o nell'altro - "colpevole".
Non Vi sembra un’indecenza, etica, oltre che giuridica ?!

Mio caro avvocato NON CI SIAMO.
NULLA POENA SINE LEGE.

Lei, da ottimo penalista, dovrebbe sapere bene questa regola FONDAMENTALE.
A parte che - proprio per la suddetta regola - una "consuetudine", in quanto tale, non può esse "penalmente" illecita; lo può essere solo un fatto umano "espressamente" sanzionato.
Il telefonare ai designatori (come fatto in sè) da parte dei dirigenti delle società di calcio NON ERA VIETATO.
Solo adesso lo è.
E, sia nel sistema penale vero e proprio, che in un qualsiasi ordinamento o regolamento di natura sanzionatoria, se un comportamento non è vietato, allora non è nemmeno “illecito”.

Occorre se mai accertare se tale comportamento fosse o meno “sleale” dal punto di vista etico-sportivo. MA NON ERA ILLECITO !!!

Lei doveva dire “nonostante che la consuetudine (questa si che può essere "sleale": come concetto comportamentale etico-sportivo) di telefonare ai designatori fosse “SLEALE EX ART.1 CGS”.
E - appunto come concetto comportamentale - solo questa consuetudine sarebbe potuta essere "eticamente sportivamente sleale".
Ed è solo per questo - cioè per giudicare della slealtà o meno di questa "consuetudine" - che occorre – come dice Lei - "contestualizzarla"; cioè vedere se essa fosse del solo Moggi (allora sarebbe comportamento sportivamente "sleale"); oppure se lo facevano in tanti: perchè in quest'ultimo caso sarebbe un "mal costume", ma non sarebbe più un comportamento "sleale".
La slealtà - come concetto etico - è relativo a qualcun'altro; non è un concetto assoluto. Se non c'è una norma che proibisce un fatto, e TUTTI I SOGGETTI lo mettono o lo possono mettere in essere, non c'è slealtà; e quindi non c'è quella particolare violazione dell'art.1 CGS, cioè il "comportamento contrario ai principi di lealtà e probità sportiva".

Invece certamente SLEALE (proprio dal punto di vista “etico-sportivo” !!!) fu il comportamento di chi – mentendo – ha sempre detto di non aver MAI telefonato ai designatori; e che - “omettendo” - non ha detto questo mentre si crocifiggeva Moggi.

La prego – da collega – “dica qualcosa da avvocato !

Nemo

giovedì 1 aprile 2010

Il Figlio di Ulisse come si chiamava ? TELEMaCO ! Premonizione ? Nuovo messaggio ai Blog amici.

Dunque amici, pare che la nave di Ulisse sia in vista all’orizzonte.
Ad Itaca (anche qui l’assonanza con “Italia” è premonitrice) tutti temono, ma pochi ne parlano. E questi pochi “sussurrano” più che parlarne.
Vi è – di fondo – un grande timore.
Insomma se la stanno facendo sotto.
Ora è opportuno che tutti noi ci prepariamo, proprio come fece Telemaco in attesa del padre.
Se la nave attraccherà in porto a Napoli, noi tutti dovremo ORGANIZZARCI per COSTRINGERE la proprietà (e quindi la dirigenza che né è – ovviamente – schiava) ad agire nei confronti della FIGC ex art.39 CGS per la revoca delle sentenze VERGOGNOSE del 2006.
A questo proposito credo che il soggetto maggiormente organizzato è l’Associazione Giulemanidallajuve che già tanto ha fatto dal punto di vista legale.

Solo i piccoli azionisti della Juventus FC Spa hanno titolo per chiedere alla dirigenza (rigorosamente con la “d” minuscola) – e quindi agli Elkan – di agire per la reputazione ed il patrimonio della società di cui essi fanno parte.
Si ho detto anche “patrimonio” perché, se accadrà quel che DEVE accadere, la FIGC dovrà rispondere del perché non aspettò i risultati dell’inchiesta penale ordinaria (così come fece con gli onesti per la faccenda dei passaporti falsi, tra l’altro poi finita con un patteggiamento che in sostanza – anche se non legalmente - è un’ammissione di colpa) prima di emettere delle sentenze di una gravità, etica e patrimoniale, ENORME.

Quindi noi dovremo riunirci tutti per agire in tale direzione, anche dal punto di vista mediatico. Potremmo tutti acquistare un’azione della Juventus per poi dare le deleghe all’Associazione ed ai suoi legali.
Chissà che – per una volta – con l’ausilio di Internet non potremo reagire ai “poteri forti”: fin’ora ci siamo difesi. Speriamo di poter passare all’attacco.
Con la “grande rete” il mondo è più piccolo, e le tante persone che la pensano allo stesso modo sono più vicine. E la verità – prima o dopo – viene conosciuta DA TUTTI.

Che qualcosa si muove lo conferma il fatto che Tuttosport (che, come ho detto più volte, “difende” la proprietà) lo mette in prima pagina.
Ciò significa che anche nell’attuale proprietà della Juventus si stanno rendendo conto che – nel caso di attracco della nave di Ulisse a Napoli – non potrebbero giustificare davanti a 14 milioni di “associati all’ente morale Juventus” un loro non agire.

Ricordiamo tutti quel che scrisse il petroliere quando se ne andò Facchetti (grande giocatore ed uomo con la stessa correttezza – e stesse telefonate - di Moggi):
"Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace."

Egr. Dott. Moratti, alla luce delle telefonate, Sue e di Facchetti, al designatore arbitrale Bergamo, che l’indagatore Auricchio “ha scordato” di mettere agli atti, SI VERGOGNI E RESTITUISCA lo scudetto che il Suo consigliere d’Amministrazione Guido Rossi – prestato per la bisogna alla FIGC - ha assegnato alla società calcistica da Lei presieduta.

Come ha mai potuto dire, quando addirittura “festeggiò” quello scudetto RUBATO, che esso “vi spettava” in quanto “ONESTI” ?
Non ha mai sentito parlare di quel Signore che duemila anni fa disse “chi è senza peccato scagli la prima pietra” ?
Ma forse anche Lei, come tutti quelli che allora scagliarono le pietre (approfittando della "non difesa" di chi – non difendendosi – “si liberava” di Maddalena), è un Fariseo.
Ed allora ricordo anche che quello stesso Signore li ammonì gridandogli : “Guai a voi ipocriti e farisei.”
Nemo