domenica 25 aprile 2010

Pensieri in libertà, ascoltando Moggi e il povero Tosatti.

Amici “Juventiniveri”,
stavo riascoltando poco fa la telefonata di Moggi al povero Tosatti.

Bene, è quella “la (vera) madre di tutte le intercettazioni”.

Da quel che dice Moggi a Tosatti si sente quanto soli si vennero a trovare Moggi e Giraudo dopo la morte prematura del Dottor Umberto.
In quella telefonata – per chi usa il cervello e abbia voglia di capire – si comprende tutto quello che poi è successo. Si capisce come gli attuali padroni hanno “preso lo scandalo al balzo” per liberarsi di menager che forse avrebbero trovato veramente qualcuno che potesse togliere la Juventus dall’Ifil, e magari riportarla sotto il controllo della sola ala umbertina della Famiglia.
Ma evidentemente questo non era gradito ai nuovi capi. Effettivamente la dirigenza di una società come la Juventus dà una rilevanza mediatica che non poteva essere concessa a chi ancora portava il nome degli Agnelli.
I club calcistici sono fonte di consenso mediatico: vedi il Milan… .

Mentre la riascoltavo sono stato assalito da molti pensieri tristi.

Quella che una volta era sostanzialmente ancora “una” famiglia con qualche ramo minoritario, ma con a capo i due fratelli Giovanni e Umberto (che avevano una larga maggioranza, almeno relativa, se non assoluta), oggi purtroppo è un “insieme” di tante famiglie i cui legami parentali si affievoliscono di generazione in generazione, che sono ormai tra loro legate solo dall’interesse patrimoniale, e dove vi è una sola quota grossa (quella degli Elkan), ma "da sola" (e questo forse potrebbe essere per la Juve una fortuna) non decisiva negli equilibri interni se non appoggiata da “quotisti minori”.
Gli eredi di Umberto – quelli che mi sembrano tra loro più uniti – hanno una quota nettamente minore degli Elkan, anche se ben maggiore di tutti gli altri rami.
Questo è quello che mi è parso di capire da una lettura di un po’ di tempo fa. Sempre che gli scenari non cambino a seguito della causa ereditaria pendente a Torino tra i due Elkan e la loro madre (basti questo dato per capire di cosa si sta parlando !).
Ecco, è proprio questa frammentazione che rende molto scuro il futuro della ns. Juventus.
Credo che il non aver previsto questo – oltre a non intuire il non-amore per la sua Juventus del delfino Jonh da lui scelto - sia stato “l’errore” del grande Gianni.

Ed allora ho pensato che gli unici veri custodi della Juventus oggi siamo noi; noi “soldati di Mughini”; “eroi al valor militare Juventino” come egli ha – felicemente – detto.
Noi, quelli definiti scioccamente “barboni” da Facchetti Jr (il quale però, essendo interista, come tale non è punibile, in quanto non sa quel che dice).
E questo è romanticamente bello, ma purtroppo quasi inutile.

Io credo che – forse – l’unico modo in cui per la Juventus il futuro possa ritornare ad essere quello che era fin quando ci sono stati l'Avvocato e il Dottore è che la ns. amata Juventus precipiti assolutamente in basso; non dico di nuovo in B, ma in posizioni “amorfe”, a metà classifica.
Forse così si decideranno a cederla, ma vorranno però un sacco di soldi per via dello stadio, pensato e voluto da Giraudo.
Ed anche di questo si capisce ora il motivo: se fossero riusciti a staccare la Juventus dall’Ifil – e quindi dalle lotte d’interesse interfamiliari – non avrebbero più avuto dietro di loro l’universo Fiat di Gianni e Umberto; ecco quindi che la loro politica di autofinanziamento, per essere “totale”, non poteva prescindere dallo stadio di proprietà (come per esempio lo United in Inghilterra).

Che grandi amministratori sono stati Moggi e Giraudo ! E che grande intenditore di uomini fu il Dottor Umberto !
Suo fratello aveva ragione quando diceva: "io sono il Ministro degli esteri; ma è mio fratello quello degli interni, il vero organizzatore".
La Juve di Charles, Sivori e Boniperti fu creata da lui, quando – ancora giovane – se ne assunse la presidenza.

Solo una cosa mi diminuisce la tristezza: prima o poi la verità verrà alla luce. Almeno questo !

Sono “pensieri in libertà”.

Nemo

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