domenica 10 gennaio 2010

DA WWW.JU29RO.COM : Moggi, Bettega e il rompicapo juve.

Leggendo l’articolo su www.ju29ro.com (nostro sito di riferimento) effettivamente rimango spiazzato.
Ciò che ho scritto nella mia “Lettera a Bobby-gol” apparirebbe del tutto una mia pia illusione.
Se così è – e non ho dubbi sulla attendibilità delle fonti di ju29ro.com – allora proprio siamo alla fine.
Ciò significherebbe che la “guerra” tra le fazioni all’interno della Famiglia è ancora lontana dal pacarsi.
Indubbiamente, il pensare a Bettega come “testa di ponte” per Andrea (e – chissà – anche per i “defenestrati” post loro assoluzione) era appagante per uno juventino “massacrato” da cose che sono transitate molto più in alto della sua testa e di quella di farsopoli (che però non ha avuto testa, ma solo la coda, come ogni asino che si rispetti).
Forse però – per una volta – il cuore ha ragione sulla “coerenza” reclamata dal ns. Luciano Moggi.
Se Bettega avesse rifiutato cosa sarebbe successo ?
Gli Elkan avrebbero avuto libera via a portare alla Juventus un direttore generale che – come Blanc - nulla avesse a che fare con la “juventinità” (vi ricordate i sondaggi con Baldini …: per l’amor di Dio!)
Questo è il punto.
In questo momento ciò che la Juventus ha più bisogno è di ripristinare il suo senso di “identità storica” (la cosa che ha sempre avuto più di ogni altra società calcistica italiana): più che un “vero” direttore generale alla Moggi (che però serve), occorre “prima” proprio quello che Bettega (e prima di lui Boniperti) rappresenta: la lunga linea bianconera, il collegamento con il passato bianconero.
Senza questo la Juve – la nostra Juve - è morta per sempre.
La Juventus, da sempre, con il suo stesso nome, è sempre stata una società calcistica che non si identifica con una città, con un “campanile”, come invece tutte le altre società calcistiche italiane, ma si identifica ma con un ideale “di tutti”: l’irripetibile ed universale ideale della gioventù.
Ecco perché è una società “più italiana” della altre; ed ha il maggior numero di sostenitori in Italia: questa italianità “ultra campanilistica” è percepita da chiunque, colto o meno che sia.
Ecco perché la storia della Juventus si è sempre intrecciata con la storia di questo nostro povero paese, la cui carenza di identità nazionale ha causato e causa tanti disastri.
L’attuale “azionista di riferimento” HA DOVUTO richiamare Bettega: prima, perché – come tutti i capitalisti – ha capito che altrimenti l’azienda-Juventus non avrebbe smesso di franare; e poi perché si rende conto che la simpatia delle 14 milioni di persone sparse in questo ns. paese che – attraverso la Juventus – può derivargli è importante nel mondo degli affari attuale sempre più "mediatico".
Detto questo, rimane poi il problema se la Juventus “tornerà” o meno agli Umbertiani, e cioè ad Andrea e Donna Allegra.
Forse Bobby Gol non è stato (PURTROPPO!) una “voluta” testa di ponte nella Juventus della Famiglia del Dottore, ma “in concreto” potrebbe diventarlo.
Ecco perché ritengo comunque che l’uscita di Moggi, sia pure giustificata guardando all’immediato, potrebbe rivelarsi errata guardando al dopo.
A quel dopo che noi tutti Juventini veri (con il cervello, più ancora che con il cuore) speriamo possa arrivare:
- la Juventus – in rispetto dell’accordo tra l’Avvocato ed il Dottore – ad Andrea Agnelli;
- l’assoluzione di Moggi e Giraudo dalla Giustizia Ordinaria;
- la richiesta (a quel punto “doverosa” per gli amministratori di una S.p.A.) di revocare ex art.39 Cgs. le sentenze sportive emesse – quindi – su presupposti che si sono scoperti “inesistenti”.
E poi magari (fatemi sognare) :
- il ritorno di Moggi e Giraudo all’onore (che, comunque, non hanno mai perso: ndr) ed alla Juventus con le scuse di tutti.

Nemo

Nessun commento: